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BELLINZONAParla il super poliziotto: "Io volevo solo conoscere la verità"

28.09.15 - 13:18
Il processo a Fausto Cattaneo entra nel vivo. L'ex infiltrato antidroga si racconta davanti al giudice: "Non ho mai spinto nessuno a testimoniare il falso"
Foto Ti-Press Carlo Reguzzi
Parla il super poliziotto: "Io volevo solo conoscere la verità"
Il processo a Fausto Cattaneo entra nel vivo. L'ex infiltrato antidroga si racconta davanti al giudice: "Non ho mai spinto nessuno a testimoniare il falso"

BELLINZONA - Nessuna sospensione. Il processo a Fausto Cattaneo va avanti. Giuseppe Muschietti, giudice del Tribunale federale di Bellinzona, non ha accettato la richiesta dell'avvocato dell'ex infiltrato dell'antidroga alla sbarra da stamattina con le accuse di denuncia mendace e sequestro di persona. Cattaneo è accusato di avere ordito, con la complicità di C.H., un agente vodese, e di Carlos, un informatore brasiliano, un diabolico piano di vendetta per incastrare il collega poliziotto Sergio Azzoni, finito in carcere nel 2003 per una settimana.

Clinica congelatore - Ora tocca proprio a Cattaneo, noto a livello internazionale per la delicatezza delle sue inchieste, parlare di sé stesso, della sua storia. Di come è cambiata la sua vita dopo il terremoto mediatico (e non solo) che ha scosso la sua esistenza. La notizia dell'arresto di Azzoni, e lo scandalo che seguì, fecero discutere l'intera Svizzera. "Quando mi hanno messo alla clinica Viarnetto - sostiene in merito alla depressione che lo colse in quegli anni - è stato come finire in un congelatore. Lo Stato per diverso tempo mi ha lasciato con 315 franchi al mese".

Il rapporto con Azzoni - Poi, sollecitato dal giudice, racconta del suo rapporto con Sergio Azzoni. L'agente che nel 1992 avrebbe provocato il suo ritorno dal Brasile, mettendolo in cattiva luce. "Io e Azzoni abbiamo lavorato per diverso tempo insieme, nell'ambito di inchieste internazionali. È da anni che non lo vedo". E a proposito di C.H, il 58enne poliziotto vodese processato con lui, aggiunge: "Abbiamo lavorato insieme sempre nei limiti della legalità".

Testimonianze tabù - Una vicenda intricatissima. Tante voci che si incrociano. Cattaneo, con tono sconsolato, ammette: "Avrei voluto analizzare le dichiarazioni di tutte le persone che sono state interrogate. Ma non ce l'hanno mai lasciato fare".

Prove di illegalità - Si passa poi alle inchieste citate nell'infinito dossier nelle mani del giudice. Quelle che avrebbero spinto Cattaneo a denunciare l'operato, a suo dire scorretto, di Azzoni. "A un certo punto il mio scopo era quello di scoprire la verità su alcune operazioni che alcuni miei colleghi avevano svolto in Francia. Avevo trovato prove che mettevano in discussione la loro legalità. Volevo solo conoscere la verità".

Carlos - E a proposito dell'informatore brasiliano Carlos dice: "Era stato lui a contattarmi per raccontarmi di diverse operazioni a cui lui aveva partecipato. Sia in Francia, sia in Italia. Non ho mai cercato il contatto con lui per operazioni sotto copertura. Mai. Mi sono sempre limitato a raccogliere le informazioni che lui mi passava. Informazioni che, dopo la denuncia inoltrata da Azzoni nei miei confronti in seguito alla pubblicazione del mio libro del 2001, diventavano ancora più preziose per me".

Falsa testimonianza - Secondo l'accusa, Carlos incitato da Cattaneo avrebbe testimoniato contro Azzoni, riuscendo nell'intento di metterlo nei guai. Tanto da farlo arrestare e da farlo finire in carcere per 8 giorni. "Non ho mai suggerito a Carlos di fare il nome di Azzoni - sottolinea Cattaneo - . Gli ho sempre detto che non volevo menzogne. E che, anzi, volevo cose vere. Lo si capisce anche dalle registrazioni delle conversazioni che abbiamo fatto".

Un amico fidato - Cattaneo sorseggia un goccio d'acqua. E riprende: "Dalle dichiarazioni fatte da Carlos emergeva che ci trovavamo di fronte a un'organizzazione internazionale. Il caso era dunque di competenza federale. Non sapevo a che santo rivolgermi. Di veri amici non ne avevo tanti. Potevo rivolgermi a Dick Marty, che mi è sempre stato vicino. Oppure a un collega affidabile come C.H.".

Certezze - Cattaneo appare sicuro nella sua rievocazione. In particolari nei dettagli che metterebbero in risalto il cattivo operato di Azzoni. "Le dichiarazioni di Carlos possono essere oggettivamente confermate. Non ho mai spinto nessuno a testimoniare il falso.Carlos ha sempre parlato spontaneamente. D'altra parte lui ha fatto anche nomi che non avevo mai sentito".

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