Il segretario dell’associazione contraria al progetto, Enrico Pedroni, chiarisce la natura della controversia nata con il Municipio di Losone
LOSONE - È un’accusa di censura nata da un “omissis” quella a cui questa mattina ha risposto ufficialmente il Municipio di Losone, tirato in causa negli scorsi giorni dall’associazione contro il Parco Nazionale del Locarnese per la vicenda di uno striscione (contro il Parco) esposto da una cittadina, che non aveva presentato alcuna richiesta di autorizzazione ed era quindi stata segnalata da parte della proprietaria dell’edificio alle forze dell’ordine.
A far “scoppiare” la controversia in rete tra le due parti sarebbe stata in particolare una comunicazione incompleta proprio su quest’ultimo aspetto, come ci spiega telefonicamente Renato Pedroni, segretario dell’associazione: «Ho sentito la polizia. Quando mi ha richiamato l’agente che si era recato sul posto, mi ha spiegato che si tratta di una questione "politica"».
Un piccolo tassello, ma sufficiente ad incendiare ulteriormente le discussioni su quello che è un tema molto sentito in tutti i comuni coinvolti. «Qui stiamo facendo una guerra. Ma noi cerchiamo di farla in modo corretto», ha concluso Pedroni.
I cittadini degli otto comuni del Locarnese coinvolti nel progetto (Ascona, Bosco Gurin, Brissago, Centovalli, Losone, Onsernone, Ronco s/Ascona, Terre di Pedemonte), lo ricordiamo, saranno chiamati alle urne il prossimo 10 giugno.