Criticata la campagna che il Governo fa online. Il cancelliere: «Sono informazioni che mancavano»
BELLINZONA - «Un chiaro “sì” alla modifica della legge sui trasporti pubblici». È quanto dice il Governo ticinese direttamente dal suo sito internet. Basta infatti collegarsi a www.ti.ch per ritrovarsi davanti a un vistoso banner che rimanda a un’articolata pagina interamente dedicata all’oggetto cantonale in votazione il prossimo 5 giugno. Il messaggio del Consiglio di Stato in merito alla cosiddetta tassa di collegamento, già approvata dal Parlamento lo scorso autunno, è chiaro. E sul sito gli argomenti a sostegno dell’oggetto sono elencati in maniera esauriente. Con tanto di opinioni tratte dai quotidiani ticinesi.
«Utilizzo unilaterale del sito» - Il tutto è però stato pubblicato online proprio con l’approssimarsi dell’appuntamento elettorale. E senza inserire le tesi dei contrari alla tassa di collegamento. Questo non va giù ai referendisti, che in poche settimane erano comunque riusciti a raccogliere ben 24’016 firme di cittadini. «È un’operazione assolutamente inopportuna» ci dice da parte sua Paolo Pamini (AreaLiberale), uno dei sei deputati che in Parlamento avevano votato contro la modifica della legge sui trasporti pubblici. «Si tratta - continua - di un utilizzo unilaterale del sito web del Cantone a sostegno della tassa sui parcheggi».
Spazio a tutti, ma nell'opuscolo - Lo Stato - secondo Pamini - avrebbe dovuto dare spazio anche «alle argomentazioni del comitato che sostiene il referendum», così come previsto dal regolamento d’applicazione della legge sull’esercizio dei diritti politici. Il testo concerne infatti l’informazione fornita in vista di votazioni popolari cantonali e comunali. Ma nello specifico si tratta dell’opuscolo informativo distribuito assieme al materiale di voto. «Il regolamento si può comunque interpretare» conclude Pamini.
«È stata colmata una lacuna informativa» - La vede diversamente il Cantone. «Il Dipartimento del territorio ha ritenuto che sul sito andasse colmata una lacuna informativa» ci spiega infatti il cancelliere di Stato Giampiero Gianella. «Un’informazione specifica sulla tassa di collegamento, con tanto di obiettivi e portata dell’oggetto in referendum, non era presente online». Le diverse opinioni, ricorda infine Gianella, saranno comunque disponibili nell’opuscolo elettorale.
La Confederazione su YouTube - Sempre in vista delle votazioni del prossimo 5 giugno, anche il Governo federale è stato criticato per una questione simile. Come riferito da 20 minuti/tio.ch la scorsa settimana (vedi articolo correlato), la Confederazione ha infatti pubblicato su YouTube dei brevi filmati per spiegare gli oggetti in votazione. Video in cui lo spazio concesso ai contrari è estremamente risicato.