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SVIZZERACon l'UE "siamo condannati a metterci d'accordo"

16.12.14 - 14:18
Didier Burkhalter ha raccolto molte lodi sulla scena internazionale
Con l'UE "siamo condannati a metterci d'accordo"
Didier Burkhalter ha raccolto molte lodi sulla scena internazionale

BERNA - La politica estera ha fortemente inciso nell'anno presidenziale di Didier Burkhalter, che ha contemporaneamente presieduto la Confederazione e l'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE). Per questa seconda carica ha raccolto molte lodi sulla scena internazionale, visti gli sforzi fatti nella soluzione di conflitti, come in Ucraina. Ma il grande dossier caldo delle relazioni tra Berna e Bruxelles dovrebbe dargli del filo da torcere anche in futuro.

Rispetto ad un anno fa la situazione della sicurezza in Europa è peggiorata, ha affermato facendo un bilancio oggi a Berna del suo anno in qualità di presidente della Confederazione. Anche al livello internazionale molto cose sono diventate più "complicate", ma - ha aggiunto - la Svizzera ha saputo profilarsi nel mondo. "C'è più Svizzera nella politica estera", ha sottolineato, precisando che nel 2014 il Paese è stato più presente nella diplomazia internazionale.

Dopo essersi molto impegnato nell'OSCE e come intermediario in Ucraina, l'anno prossimo Burkhalter si dedicherà maggiormente alle relazioni con Bruxelles. "Siamo condannati a metterci d'accordo", con l'Unione europea, ha dichiarato. Ha ammesso che certamente "sarà difficile" e che "ciò dipenderà dalla volontà delle due parti", ma Burkhalter si è detto "convinto che è possibile" arrivare ad un'intesa.

Pur sottolineando di non essere animato da un'"ingenua fiducia", il capo del Dipartimento federale degli affari esteri ha rilevato che non c'è "nessun interesse" (da parte dell'UE ndr.) "a tagliarsi fuori da un Paese che va bene" come la Svizzera.

Anche i contatti personali che ha saputo sviluppare giocano un ruolo. "Si sentiranno ancora delle piccole frasi", ha affermato riferendosi alle dichiarazioni talvolta intransigenti di certi Paesi europei. Nelle discussioni bilaterali però "si percepisce l'interesse" a far avanzare il dossier, ha dichiarato.

Con il voto del 9 febbraio sull'iniziativa "contro l'immigrazione di massa" e quella del 30 novembre sull'iniziativa Ecopop, il popolo svizzero ha indicato una chiara rotta, ha aggiunto Burkhalter: Gli svizzeri vogliono "un controllo migliore della migrazione, ma non chiudere porte e finestre". "Non si può chiudere tutto", ha aggiunto. È assolutamente necessario discutere, ha concluso Burkhalter, precisando che "tutto l'anno prossimo batteremo su questo chiodo".

ats

 

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