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FEDERALI 2023Pianifichiamo il futuro per uscire dalle emergenze

19.10.23 - 12:14
Carola Barchi, candidata al Consiglio nazionale per LEA-Plrt, lista 5, candidata 1
Carola Barchi
Fonte Carola Barchi
Pianifichiamo il futuro per uscire dalle emergenze
Carola Barchi, candidata al Consiglio nazionale per LEA-Plrt, lista 5, candidata 1

Storicamente possiamo definire il tempo presente semplicemente come un'era delle emergenze. Emergenza covid. Emergenza guerra in Ucraina. Emergenza migratoria. Emergenza grano. Emergenza energetica. Emergenza mancanza di chip e microprocessori. Emergenza inflazione. E poi con l'incidente ferroviario nella galleria ferroviaria di base del Gottardo, emergenza dei collegamenti fra Ticino e resto della Svizzera.

Affrontare tutto come delle emergenze, vuol dire creare un'ansia collettiva che mina la nostra salute psicofisica. Se tutto diventa emergenza, vuol dire anche che qualche errore a monte, di previsione e pianificazione c'è stato.

Da architetto da sempre sono interessata alla pianificazione del territorio, conscia che è meglio avere una visione d'insieme nel momento in cui si definisce uno spazio, piuttosto che iniziare a "fare" e poi work in progress cercare di rimodificare il tutto.

Il legislatore federale ha creato la legge per la pianificazione del territorio, che il popolo ha approvato nel 2014 e ora finalmente, dopo un lungo iter di ricorsi, può finalmente essere applicata. Proprio quella legge può essere un valido strumento su come rimettere al centro di tutto la pianificazione e iniziare a ragionare di come preservare territori dall'inutile cementificazione, razionalizzare gli spazi già costruiti, pensare adeguatamente quali servizi e come erogarli nelle zone urbanizzate, ecc.

Una pianificazione adeguata e articolata può permetterci di prevedere quante abitazioni devono esserci in un determinato territorio, quali servizi offrire, che tipo di mobilità organizzare, quanta energia può essere prodotto in loco (ad es. con impianti fotovoltaici), quanti e quali spazi aggregativi progettare, ecc.

Pianificare vuol dire anche chiedersi se per il futuro del nostro cantone è importante (come io credo) o meno avere un alptransit che colleghi il Ticino alla Lombardia e al porto di Genova. Vuol dire interrogarsi su che ruolo può avere il nostro cantone fra nord Europa e area mediterranea. Non solo. Quale sviluppo vogliamo? Quale economia riteniamo più interessante incrementare, incentrata su quali settori? Quanti abitanti riteniamo possano vivere nel nostro territorio? E di quali servizi abbisognano?

La qualità di vita della cittadinanza passerà sempre più dalla qualità pianificatoria, sicuramente del territorio, ma anche delle problematiche sociali, dei bisogni culturali, delle sfide economiche ed energetiche. 

Bisogna avere il coraggio di uscire da una mentalità politica e non del "just in time" del rispondere a nuovi bisogni in modo raffazzonato e improvvisato, di non avere mai una visione d'insieme e dare troppo spazio al laissez faire illudendosi che sia una bella scorciatoia alle problematiche.

La pianificazione quanto la politica sono mondi che devono avere una capacità prospettica, darsi dei criteri e degli obiettivi, appoggiarsi su dei valori e principi e operare delle scelte. Per poi procedere per passi e livelli di attuazione di quello che si è pensato e progettato. Fuori da questa metodologia abbiamo solo propaganda e improvvisazione, che crea emergenze e ansia nella cittadinanza.

Pianificare non è nient'altro che immaginare e progettare il futuro, senza che esso diventi un'emergenza permanente.

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