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ZURIGOScappa di prigione e si lamenta con la stampa

28.02.17 - 13:55
R.S. si trovava in detenzione preventiva a causa di una rissa avvenuta lo scorso 3 febbraio. Ha contattato i media per spiegare il suo gesto e la sua versione
20 minuten
Scappa di prigione e si lamenta con la stampa
R.S. si trovava in detenzione preventiva a causa di una rissa avvenuta lo scorso 3 febbraio. Ha contattato i media per spiegare il suo gesto e la sua versione

WINTERTHUR - Lo scorso 3 febbraio, la polizia cantonale di Zurigo è stata chiamata ad intervenire per sedare una violenta rissa, a cui hanno preso parte diversi uomini. Tre di loro, su domanda del Ministero pubblico, sono stati posti preventivamente in carcere, ma al momento solo due si trovano ancora dietro le sbarre. Il terzo infatti, R.S., è riuscito a fuggire di recente dalla struttura carceraria e ha contattato 20 Minuten per raccontare la sua versione.

«Mi trovo in un luogo sicuro», ha spiegato, senza però fornire alcun dettaglio riguardo alla sua ubicazione. L’allevatore di pitbull ha confidato di essere evaso perché si rifiutava di accettare il destino scelto per lui: «Tre mesi di detenzione preventiva per un piccolo litigio; è un’esagerazione!».

«Ha detto che gli avrebbe tagliato la testa» - R.S. ha inoltre fornito una propria versione riguardo lo svolgimento della vicenda dello scorso 3 febbraio: «Si trattava di una questione fra curdi. Un uomo ha minacciato mio fratello. Ha detto che gli avrebbe tagliato la testa», ha spiegato, precisando inoltre che, in seguito alla rissa, l’uomo in questione, solo lievemente ferito , aveva deciso di non sporgere denuncia.

E proprio per questo motivo R.S. si è detto del tutto stupito riguardo alla misura che il Ministero pubblico ha deciso nei loro confronti. «Ci hanno considerato come criminali violenti, arroganti e senza alcun rispetto per nessuno», aggiungendo che forse parte del trattamento è dovuto alle sue origini: «Siamo stati trattati come stranieri aggressivi. Non penso che una cosa del genere sarebbe capitata a degli svizzeri».

Isolati dal mondo esterno - Il curdo ha spiegato che nonostante la confessione, la giustizia ha deciso per la detenzione provvisoria. In prigione gli sarebbe stato vietato qualsiasi contatto con il mondo esterno. «Mi sono preoccupato per i miei cani. Al Ministero pubblico non gliene fregava niente se fossero morti di fame».

Contattato, quest’ultimo non conferma né smentisce l’evasione di R.S. a causa della procedura penale ancora in corso. La procuratrice che si occupa del caso, Sabine Schwarzwälder però specifica che è possibile inviare lettere e ricevere visite anche se si è in detenzione provvisoria. Ha inoltre assicurato che i contatti con R.S si sono svolti secondo la procedura e che gli stranieri vengono trattati come gli svizzeri.

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