Il quotidiano friburghese "La Liberté" si chiede se la decisione di lasciare la carica non sia la più significativa del suo pontificato. Le dimissioni rappresentano "un segno di rottura con la tradizione. Esse umanizzano - e laicizzano - il titolare del trono di Pietro: un papa è innanzitutto un uomo che non è tenuto a fare l'impossibile".
Per "Le Temps", "c'è, in questo gesto, una grandezza e una lucidità che impongono rispetto". "La fragilità umana è pienamente accettata". L'editorialista sottolinea che Benedetto XVI è "un uomo fedele a se stesso, modesto e che non fa grandi calcoli". "Un uomo tra gli uomini, con la sua forza ma anche la sua debolezza" riassume "Le Matin".
"Le Temps" e il "Quotidien Jurassien" definiscono Ratzinger un "papa di transizione". La "Tribune de Genève" ricorda da parte sua che "fare il papa non è un mestiere facile". La "Neue Zürcher Zeitung" parla di "limiti umane" della funzione e accoglie favorevolmente una decisione definita "onorevole".
Passata la "grande sorpresa", il "Tages-Anzeiger" e "Der Bund" evocano le numerose "crisi" e "pannes" del suo pontificato che possono forse spiegare le dimissioni. I due giornali si chiedono però se questo ritiro porterà veramente un vento nuovo in Vaticano a favore delle riforme della Chiesa cattolica.
La "Berner Zeitung" ricorda a tal proposito che il successore di Joseph Ratzinger non avrà la vita facile. Lo stesso parere lo si può leggere anche sulla "Neue Luzerner Zeitung". Il giornale non crede che le dimissioni abbiano messo il "turbo" alle riforme, "sarebbe illusorio crederlo".
Molti giornali hanno poi criticato il pontificato di Joseph Ratzinger. "Non glorioso", lo definisce "Le Matin". Con "note stonate", "ingenuità" e "delusione", scrive "Le Temps".