Per il Vallesano "non si può, in nome della tolleranza, introdurre l'intolleranza in Svizzera". Stando a Freysinger, il pensiero musulmano "non concepisce il mondo come lo concepiamo noi e rifugge da ogni controllo democratico".
Circa le temute ritorsioni del mondo musulmano in caso di sì alle urne, l'accademico austriaco Heinz Gstrein, invitato a Ginevra per l'occasione, ha dichiarato che i "petrodollari rimarranno in Svizzera anche se l'iniziativa dovesse passare, dal momento che gli Stati musulmani conoscono bene i vantaggi derivanti dagli investimenti nella Confederazione". Ciò vale anche per le esportazioni. Stando al professore, l'export svizzero è talmente specializzato che è difficile rimpiazzarlo. Diversi oratori hanno dato voce ai loro timori circa l'islamizzazione della Svizzera, fenomeno che essi considerano in espansione.
L'iniziativa, lanciata da politici dell'UDC e dell'Unione democratica federale (UDF), è combattuta sia dal Consiglio federale che dalla maggioranza del parlamento, in nome della libertà di religione, del principio di discriminazione e dell'uguaglianza di trattamento.