La pista biancoblù “sbloccherebbe” la costruzione di una struttura commerciale. Chi è interessato alla seconda potrebbe pagare per l'edificazione della prima. Sport, finanza e politica si mischiano
AMBRÌ - Ambrì o Castione, dove sorgerà la nuova Valascia? Qualcosa in più, tenendo conto che il club biancoblù ha l'obbligo di dotarsi di una nuova pista se davvero vorrà continuare a giocare in LNA, si saprà nelle prossime settimane. Dopo che la dirigenza della società leventinese si sarà confrontata con i tifosi a Giornico (sabato) e dopo che avrà riguardato i propri conti e ricontattato i propri finanziatori.
A questo punto la situazione è in ogni modo chiara. La volontà è quella di costruire in Leventina; i 50 milioni di franchi per veder completata l'opera di Mario Botta però non ci sono. Non tutti. Non sono stati trovati. Per questo motivo, prevedendo altre difficoltà nel reperire la parte mancante della cifra, Filippo Lombardi e i suoi collaboratori hanno cominciato a valutare la possibilità di spostarsi. Di muoversi verso sud ed edificare la nuova Valascia a Castione, dove sarebbe più facilmente "sostenibile" per l'intervento dei finanziatori. Storia o quattrini? Salvo restando il fatto che il "popolo" biancoblù non pare vedere di buon occhio - per usare un eufemismo - un trasloco lontano dalla Valle, l'opzione Castione rimane assolutamente valida. E certamente favorevole a livello economico.
Per il momento, in ogni caso, la dirigenza dell'Ambrì non sembra avere ancora sondato il terreno attraverso canali ufficiali. Un mancato contatto lo ha infatti confermato Renza De Dea, amministratrice della Bellarca SA, ovvero la società che detiene i diritti di compera dei terreni a ovest della ferrovia.
«Ho sentito del possibile interessamento dell'Ambrì alla costruzione della nuova Arena sui nostri terreni - ci ha confermato proprio la De Dea - Sarebbe un'ottima soluzione. Quella zona è infatti stata pensata proprio per un impianto sportivo. E sport non significa solo calcio. In ogni caso, fino a questo punto non ho parlato con nessuno. Non esiste una trattativa».
Come non esiste quella con il fantomatico investitore italiano, a capo di una società inglese, per la costruzione di uno stadio.
«Esatto. Ho letto della cosa e ho poi chiesto informazioni in Municipio. Mi è stato detto che un incontro si è verificato. Visto che, tuttavia, per pensare a un'infrastruttura in quella zona si deve obbligatoriamente passare da noi, penso che nulla di concreto sia all'orizzonte. Credo che chi ha chiesto informazioni per il nuovo stadio sia un gruppo legato ancora all'ex presidente del Bellinzona. A Giulini».
Quella “zona” potrebbe essere destinata anche a un velodromo.
«C'è questa possibilità. Ma la costruzione di tale struttura non escluderebbe quella della pista. Potrebbe anzi andarsi a costituire un polo destinato a più sport. Ai tempi dello stadio dei granata si era pensato anche a un albergo. Ospitare squadre, rendere tutto più interessante... ogni opzione è valutabile. Serve la volontà».
Sui terreni in questione dovrebbe sorgere pure un centro commerciale.
«Certo, è previsto... secondo piano regolatore. L'autorità ha dato la concessione per la costruzione di un centro commerciale a condizione però che abbinato a esso ci sia un'infrastruttura di utilizzo pubblico».
In questo caso, dunque, la società che intende costruire la struttura commerciale è più che interessata al buon fine dell'edificazione della pista. È pensabile che questa si preoccupi di sostenere economicamente il club sportivo, coprendo i costi per l'acquisto dei terreni e per l'edificazione dell'impianto sportivo?
«Beh, ma certo. Passatemi la parola... è un po' un out-out messo dall'ente pubblico al privato. Visto che l'ente pubblico o quello sportivo spesso non hanno i mezzi per andare a completare opere tanto importanti, ecco che nel piano regolatore vengono inserite "clausole" del genere. Il centro commerciale promette un ritorno economico molto importante. È dunque chiaro che chi andrà a costruirlo avrà tutto l'interesse a sostenere, totalmente o in parte - questi poi sono accordi privati - l'eventuale impianto sportivo».