Zero punti, due “non prestazioni” e nessun segno di ripresa: la truppa biancoblù, ultima, rischia di perdere anche l'appoggio dei suoi tifosi
AMBRÌ - 0 punti conquistati, 0 gol fatti, 12 reti subite, 7 marcature incassate in boxplay e la paura per uno spareggio per la permanenza in LNA che torna a farsi sentire: basterebbero queste poche righe per fotografare la situazione dell’Ambrì e l’aria che si respira in Leventina.
C’è paura, c’è scoramento - in tanti ieri hanno abbandonato la pista dopo soli 40’ -, c’è rabbia e frustrazione (la Curva Sud lo ha fatto capire a chiare lettere e anche a parole al termine del derby): tutto capibile e comprensibile in seguito a quanto "mostrato" da Duca e compagni a Friborgo e in casa contro il Lugano.
I buoni segnali, forniti solamente due settimane fa, sono di colpo spariti: troppo brutto per essere vero, troppo molle e senza idee, l’Ambrì ora è ancora più ultimo (a -4 dal Friborgo ma con una partita in meno) e la finale dei playout - praticamente sicura visto il distacco incamerato dal Langnau e dal Kloten - rappresenta davvero l’ancora di salvezza per non tremare nell’eventuale spareggio contro la relegazione.
Sì perché, nonostante la differenza di qualità tra LNA e LNB resti molto grande, in questo momento i leventinesi (per la verità neanche fortunatissimi) sembrano allo sbando e si sa che il fattore mentale può incidere tantissimo.
Proprio sul fattore mentale doveva fare leva la truppa di Dwyer, specialmente nello scontro incrociato col Friborgo di venerdì, per far capire ai burgundi di “essere sul pezzo”, di non voler mollare anche in vista della finale dei playout. Le risposte, invece, non sono arrivate. O meglio: sono arrivate, ma completamente negative. 5 le reti incassate nel solo primo tempo alla BCF Arena, 6 quelle incamerate in boxplay (le prime 5 nelle prime 5 inferiorità!), alle quali si sono sommate le 5 del derby (Ulmer ha punito una volta con l’uomo in più): una vera e propria Caporetto. I leventinesi non sono mai riusciti a rialzare la testa, creando poco, pochissimo in terra burgunda e un po’ di più contro il Lugano.
L’head coach canadese ha molto da lavorare a partire da lunedì, non solo per tentare di portare i suoi a conquistare qualche punto nelle ultime tre partite di regular season, ma soprattutto per ridare lucidità a un collettivo spaesato e totalmente in balia dei propri avversari: i playout sono dietro l’angolo e se la sua squadra verrà abbandonata anche dal suo pubblico, chiaramente inviperito dopo le ultime brutte prestazioni, allora il futuro prossimo potrebbe davvero farsi nero.