"Un conto è la squalifica ma io non potevo più mettere piede su un campo da calcio. Durante le vacanze avevo paura ad andare a vedere giocare i miei nipoti"
BARCELLONA (Spagna) - Quella maxisqualifica dopo il morso a Chiellini ai Mondiali brasiliani Suarez non l’ha ancora dimenticata. Non tanto i quattro mesi di stop, quanto tutto il contorno: una punizione che l’attaccante del Barcellona ancora oggi non si sa spiegare come ha rivelato a Kicker:
“Un conto è la squalifica ma io non potevo proprio entrare in campo neanche per allenarmi. Sono stato trattato peggio di un hooligan. Durante le vacanze avevo anche paura ad andare a vedere i miei nipoti giocare nelle giovanili in Uruguay. Come punizione io non potevo neanche mettere piede su un campo di calcio, una cosa che ancora oggi non riesco a capire”.