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CALCIOBellinzona: il triste (ma giusto) epilogo di una stagione sbagliata

01.06.11 - 10:01
I granata hanno pagato caro un campionato segnato da una povertà di gioco a lungo andare decisiva quanto le scelte azzardate di una dirigenza che non ha saputo leggere al meglio la situazione
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Bellinzona: il triste (ma giusto) epilogo di una stagione sbagliata
I granata hanno pagato caro un campionato segnato da una povertà di gioco a lungo andare decisiva quanto le scelte azzardate di una dirigenza che non ha saputo leggere al meglio la situazione
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BELLINZONA – E adesso tutti a piangere; per il Bellinzona, per il Lugano, per il Ticino calcistico tutto. Il prossimo campionato il nostro cantone non sarà più rappresentato da alcuna squadra nella massima serie. Ma se del Lugano si è già (s)parlato a lungo, adesso tocca ai granata finire sotto la lente d’ingrandimento e gioco-forza sotto accusa.

Martedì allo Stade de Genève è calato il sipario su una stagione travagliata vissuta in perenne stato d’ansia. Il Bellinzona sull’arco dell’intero campionato non ha saputo esprimere un gioco convincente, un gioco che sia un gioco, per farla breve. E nemmeno lo spavento dello spareggio col Lugano è servito a dare una scossa alla squadra, ma nemmeno alla società. Cominciare la stagione con una rosa di trenta giocatori e passa (ma qui le colpe sono da suddividere con la precedente gestione) non era un presupposto auspicabile per un allenatore che tutto sommato doveva fare di necessità virtù, cioè salvare il posto in Super League con la “materia prima” a disposizione, mica tanta roba ad onor del vero. Anche se con poco più (ma soprattutto un Murat in più…) a Thun si è fatto, con le dovute proporzioni, “sfracelli” e tanto bel gioco. 

Morinini ha impresso la sua impronta sul gruppo, creando sì malumori, ma allo stesso tempo ottenendo risultati apprezzabili. Ma, beninteso, di gioco se ne vedeva ben poco anche allora. Evitando di tornare sui motivi (e giudicarli) che hanno spinto Giulini a mettere da parte il primo mister della stagione, è dato di fatto che sulla scelta del successore il presidente del Bellinzona abbia completamente toppato.

Carlo Tebi si è dimostrato una persona di grande simpatia e carica umana, ma completamente inadatta per la situazione alla quale ha dovuto far fronte. Non si potrà mai avere la controprova, ma se il tanto decantato “conoscitore del calcio svizzero” che sarebbe dovuto essere il tecnico post-Morinini fosse stato sin da allora Martin Andermatt, forse oggi i discorsi sarebbero altri.

L’arrivo in extremis di Andermatt sembrava aver iniettato ai giocatori quel siero tanto atteso e rigenerante. Qualche effetto benefico l’ha avuto, ma in fin dei conti non ha che prolungato l’agonia. Non si sarebbe gridato allo scandalo se il Bellinzona si fosse salvato, e con un pizzico in meno di malasorte (dalla sfortuna vera e propria a quella propiziata da terzi…) la speranza si sarebbe tramutata in realtà. Tuttavia è forse stato giusto così. Quest’anno i granata non hanno convinto, non sono stati capaci di dimostrare di meritarsi appieno la Super League, e punizione è stata.

E adesso c’è il futuro, ma di questo ci sarà tempo per parlarne. Intanto però Giulini ha già mostrato gli artigli ribadendo il suo impegno nella società. E questo, cari tifosi granata, è forse l’unico buon segnale che s’intravede nella nebbia. O forse no?

Foto d’apertura: Ti-Press/Gabriele Putzu

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