Le carte in mano agli investigatori raccontano di un Alain Delon, 88 anni, «sfinito», oltre che malato.
PARIGI - È un uomo stanco, indebolito, rassegnato, quello che emerge da alcuni rapporti d'inchiesta contenuti nelle carte di polizia e nei procedimenti d'indagine, partiti a seguito delle denunce incrociate dei figli di Alain Delon contro la sua assistente, la 66enne Hiromi Rollin.
«Indebolito», affetto da un grave linfoma. E tanto stanco che Alain Delon - secondo le carte - la scorsa estate sarebbe stato incapace di rielaborare persino una frase di senso compiuto. Ma non abbastanza stremato dal non riuscire a pronunciare al medico, che lo stava visitando nella villa di campagna a Douchy, nel sud della Francia, una frase raggelante e che sa di tramonto del mito.
«Voglio morire, la mia vita è finita». Sono queste le parole pronunciate dal Tancredi de Il Gattopardo, ascoltate lo scorso 20 luglio 2023 dal medico e scritte poi nel suo rapporto. Dove - come ricostruisce in esclusiva Le Parisien - si legge di un dialogo tra paziente e medico definito «difficile», con «risposte poco espressive», fatte «scuotendo la testa o alzando il pollice della mano destra, per confermare».
Dunque uno «stato di sfinimento fisico e psichico», quello dell'attore (88 anni), che trova poi conferma anche negli interrogatori avvenuti il 12 luglio 2023, dopo l'allontanamento da casa Delon dell’assistente e compagna franco-giapponese Hiromi Rollin. A questo riguardo Delon spiegava che sì, «all’inizio era la mia assistente» ma che poi «siamo diventati più intimi».
Infine, circa le presunte violenze presumibilmente subite, l'attore confermava ai gendarmi di averne subite da Hiromi Rollin, sia verbalmente che fisicamente: di risposta «ai miei colpi, fisici, quando mi innervosiva». Tutti dettagli poi archiviati poche settimane fa per mancanza di prove.
Secondo un'agenzia Agi, l'ex sex symbol, colpito da ictus nel 2019, in passato avrebbe confidato la sua paura di soffrire, tanto da dirsi favorevole all'eutanasia in Svizzera, «dove - si legge nell'agenzia - la figlia Anouchka intende portarlo»
Ma tra tutte queste tristi pagine di vita privata, quel che resta è l'immagine sbiadita di un mito, che ha comunque fatto sognare intere generazioni in tutto il mondo.