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VIPMorte di Paolo Calissano, il fratello: «La droga non c’entra»

28.12.22 - 21:00
«Non è morto per stupefacenti, ma per intossicazione di antidepressivi: credo si sia suicidato»
IMAGO / Independent Photo Agency
Morte di Paolo Calissano, il fratello: «La droga non c’entra»
«Non è morto per stupefacenti, ma per intossicazione di antidepressivi: credo si sia suicidato»

ROMA - Il 30 dicembre sarà il primo anniversario della morte di Paolo Calissano: l’attore fu trovato senza vita nel letto della sua casa di Roma, nel quartiere Balduina. Sulle cause della morte di Calissano la Procura della capitale ha aperto un’inchiesta, disponendo anche un esame tossicologico per capire cosa avesse ucciso l’attore: ora è Roberto Calissano, fratello di Paolo, a svelare gli esiti di quell’esame.

«Il pm che ha indagato per undici mesi sulla sua morte aveva disposto un esame tossicologico molto approfondito - ha raccontato il fratello di Calissano al Corriere della Sera -. La conclusione è stata che mio fratello non è morto a causa di stupefacenti, ma per un’intossicazione da farmaci antidepressivi. Quella sera Paolo accettò il rischio di morire, molto probabilmente». Roberto Calissano ha spiegato di aver concesso l’intervista per liberare il fratello «dallo stigma della tossicodipendenza». Dopo la sua morte, infatti, si era parlato di overdose. Il fratello, invece, sostiene che Paolo s’è suicidato. «Se è morto suicida? Mai avrei pensato di dirlo, ma credo sia andata così. È molto doloroso per me ammetterlo».

A spingerlo verso il suicidio la difficile situazione professionale: apprezzato attore di fiction, Calissano aveva visto la sua carriera interrompersi nel 2005, dopo il ritrovamento nella sua casa genovese del cadavere di Ana Lucia Bandeira Bezzerra, 31enne ballerina brasiliana morta d'infarto dopo aver assunto cocaina nell’appartamento dell’attore. Da lì Calissano aveva intrapreso un periodo in comunità per disintossicarsi, mentre il mondo dello spettacolo aveva iniziato a emarginarlo. «I motori di ricerca continuavano a risputare fuori quell'episodio legato al consumo di stupefacenti. Non riusciva a liberarsene. Lavorare era diventato impossibile. Perciò almeno oggi, dopo la sua morte, vorrei che fosse fatta un’operazione verità nei suoi confronti», le parole del fratello Roberto.

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