Valute e FrontiereFranco svizzero in prospettiva dopo le riunioni di SNB e BCE

Chi abbia osservato come ha reagito il franco svizzero ai risultati delle riunioni di BCE e SNB e, soprattutto, ai successivi commenti dei rispettivi numeri uno Christine Lagarde e Thomas Jordan, presidente della Banca Nazionale Svizzera, avrà notato movimenti contraddittori, in particolare nel confronto con l’euro. Il grafico a candele daily dell’EUR/CHF, immediatamente dopo la riunione ha disegnato una corposa candela rialzista di colore verde e una successiva altrettanto sostanziosa candela rossa al ribasso.

L'oscillazione del franco svizzero, che ha dapprima perso terreno e successivamente ha recuperato sull'euro, è probabilmente legata all'atteggiamento prudente tenuto dai due presidenti rispetto al percorso dei tassi di interesse previsto per il 2024. Di fatto sia la BCE che la SNB hanno confermato i rispettivi tassi di interesse pari al 4,50% per la prima e all'1,75% per la seconda e non hanno al momento sciolto le riserve su eventuali tagli nel corso dell'anno.

Il punto sull'inflazione

A che punto è l'inflazione nei Paesi dell'unione europea? Secondo uno studio dell'Eurostat la situazione l'inflazione registrata a novembre si è attestata al 2,4% mentre un anno fa nello stesso periodo era al 10%. L'inflazione core, che esclude dal calcolo i beni volatili come i generi alimentari e i costi dell'energia, non è però ancora a livelli ottimali attestandosi al 4,2%. La BCE è preoccupata che la spinata all'aumento dei salari vanifichi i buoni risultati ottenuti fino ad ora nella lotta contro la salita dei prezzi al consumo. In Svizzera i prezzi al consumo si sono attestati nello stesso mese all'1,4% ma anche qui c'è preoccupazione per un rialzo legato all’aumento dei costi dell'energia, dei canoni di affitto e dell'IVA.

La riduzione dei tassi di interesse potrebbe dunque arrivare, date queste premesse, più tardi di quanto atteso dai mercati per entrambe le Banche centrali. La SNB infatti, pur avendo ormai raggiunto il suo obiettivo di inflazione, vuole evitare di importare inflazione dai Paesi circostanti con cui ha i principali interscambi commerciali. Da questo punto di vista il costante rafforzamento del franco svizzero negli ultimi mesi non impensierisce il presidente della Swiss National Bank nonostante questo sfavorisca gli esportatori. Non a caso dal giugno 2022 sono state spese riserve in altri asset per 100 miliardi di franchi al fine di acquistare valuta svizzera sui mercati e quindi sostenerne le valutazioni. Se la rivalutazione del franco svizzero dovesse diventare eccessivo è comunque possibile che la SNB intervenga per raffreddarlo.

Il franco svizzero, infatti, ha ancora dalla sua parte diversi fattori di forza, tra cui lo scenario di tensione geopolitica internazionale che favorisce le valute rifugio. L'osservazione dell'andamento del franco svizzero rispetto all'euro a partire dal 7 ottobre scorso, quando Hamas ha aggredito Israele, ne è la conferma e suggerisce che in effetti la SNB potrebbe intervenire sul cambio se ci si dovesse spingere troppo in là.

Conclusioni

In uno scenario di più lungo termine, i fattori a sfavore del franco saranno il taglio dei tassi di interesse, che favorirà le valute con una resa maggiore del franco svizzero e, come dichiarato dal presidente della SNB Jordan, il fatto che la SBN non potrà continuare ad acquistare franchi svizzeri per tenere artificialmente elevato il valore della valuta domestica. Anche perché l'inflazione importata che giustificava la necessità di mantenere elevato il valore del franco non esiste praticamente più. Vengono a mancare dunque due delle principali cause che hanno contribuito al rafforzamento del franco svizzero fino ad oggi.


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