Fa discutere l’atteggiamento del ventunenne, libero in attesa di processo, accusato di avere ucciso un uomo lo scorso 22 aprile alla discoteca Rotonda di Gordola
LUGANO – L’ultimo avvistamento risale alla serata di sabato, poco prima di mezzanotte, al Seven Lounge di Lugano. Il ventunenne di Biasca, accusato di avere ucciso un uomo lo scorso 22 aprile alla discoteca Rotonda di Gordola, è al momento libero, in attesa di processo. A deciderlo, a sorpresa, era stata la giudice dei provvedimenti coercitivi, Claudia Solcà, a inizio settembre. A poche settimane di distanza, alcune persone vicine alla vittima ne segnalano l'atteggiamento, a loro dire, discutibile. «D'accordo che attualmente è in libertà – sostiene un conoscente della vittima – ma che bisogno c'è di farsi vedere in giro nei bar notturni come se niente fosse? È irrispettoso».
Non fa nulla di illegale – Non si tratta dell'unica segnalazione giunta in redazione. Una cosa, però, va subito chiarita. La sentenza di scarcerazione, pur avendo fatto discutere, permette al giovane, cittadino svizzero di origini balcaniche, di condurre una vita “normale”. Anche perché sul conto del ventunenne non sono state emesse limitazioni particolari. A sollevare qualche interrogativo, tuttavia, è il fatto che il ragazzo si sarebbe rigettato subito nella vita mondana.
I fatti – Sono passati ormai quasi sei mesi da quel 22 aprile. Da quando, cioè, un quarantaquattrenne del Mendrisiotto morì dopo avere ricevuto un colpo alla testa, capace di provocargli la lacerazione dell’arteria vertebrale sinistra. L’istruttoria è ancora in corso. L’accusa principale a carico del giovane, coinvolto anche in uno spaccio di droga, resta quella di omicidio intenzionale, subordinatamente colposo. Accusa da lui stesso sempre respinta. Fino al momento della sentenza definitiva gli andrà, in ogni caso, riconosciuta la presunzione d'innocenza.
Un caso raro – Ancora non si sa quando si terrà il processo sulla vicenda. Ma una cosa è certa: sulla scarcerazione provvisoria del giovane, caso piuttosto raro in Svizzera date le circostanze, i dubbi non si dissiperanno tanto facilmente. Anche alla luce degli ultimi, recenti, racconti. È opportuno che il ragazzo, nella situazione delicata in cui si trova, si mostri in locali pubblici? Sono in diversi a chiederselo.
Il suo avvocato chiede fair play – «Prima della sentenza definitiva, non mi voglio esprimere» dichiara Diego Olgiati, legale della famiglia della vittima. Yasar Ravi, avvocato del ventunenne, invece, non ha dubbi. «Si è semplicemente recato in un bar serale con alcuni conoscenti e parenti a bere qualcosa. Mi ha detto che lo ha fatto due volte, rincasando prima di mezzanotte. Non ci vedo nulla di anormale. È un suo diritto. D'altra parte il ragazzo sta cercando di ricostruirsi una vita. Non è giusto attaccarlo. La legge, in questo caso, è dalla sua parte. In linea puramente teorica potrebbe pure recarsi in discoteca. Anche se ovviamente lui non lo farà. Chiedo un po' di fair play su questa situazione. Lasciamo che sia la giustizia a fare il suo corso».