In calo gli operatori ticinesi che hanno una visione positiva della situazione degli affari, secondo la più recente indagine congiunturale
LUGANO - L’insicurezza geopolitica a livello internazionale e le ricorrenti crisi di Governo della vicina Repubblica italiana spingono gli investitori ad acquistare franchi svizzeri e ad avvicinarsi alla piazza finanziaria elvetica. «Ma una domanda potenziale di servizi bancari viene frenata da regole e limiti normativi stabiliti in nome della liberalizzazione dei mercati finanziari: è una situazione paradossale». Queste sono le considerazioni di Franco Citterio, direttore dell’Associazione bancaria ticinese, in merito all’indagine congiunturale del secondo trimestre 2019.
Un’indagine, basata sui dati raccolti dal Centro di ricerca congiunturale KOF, in cui diverse banche constatano un aumento della domanda da parte di clienti privati. Ma sono in leggera diminuzione gli operatori «che segnalano un aumento della clientela estera». E soltanto pochi istituti bancari prevedono un cambiamento di tendenza nei prossimi mesi.
Per quanto riguarda la situazione degli affari, in Ticino sono in calo gli operatori del settore bancario che hanno una visione positiva. Ma si tratta ancora della maggioranza. Da noi l'andamento è così simile a quello di Zurigo, «mentre praticamente tutti gli operatori attivi sulla piazza finanziaria di Ginevra descrivono la situazione degli affari come neutra».