Da oggi Walkers ritirerà ufficialmente le confezioni via UPS e saranno riciclate. La posta ha dovuto ricordare di imbustarle
LEICESTER - Nel Regno Unito chi dice chips pensa alle Walkers e il celebre produttore di snack britannico è ora costretto a prendersi tutta la responsabilità per i milioni di sacchetti di plastica con cui le sue patatine sono portate in giro in tutto il Paese, finendo talvolta nell’ambiente. Dopo che il pubblico ha iniziato a rispedirgliele indietro per posta, il marchio ha lanciato un’operazione di ritiro delle confezioni vuote che mira a riciclarle.
.@walkers_crisps you can have these back. #PacketInWalkers @38_degrees #plasticpollution pic.twitter.com/hUO5Sw0bVw
— Jarred Livesey (@Jaz_Livesey) 24 settembre 2018
La mossa arriva dopo che una campagna che chiede a Walkers di dire addio ai sacchetti in plastica ha superato le 300mila firme e dopo che un’altra azione dimostrativa, sotto l’hashtag #PacketInWalkers, ha visto migliaia di persone spedire confezioni di chips vuote al produttore per posta. Quest’ultima iniziativa ha persino costretto la Royal Mail a ricordare agli utenti la necessità di imbustare i sacchetti di patatine vuoti: l’impossibilità di smistarli automaticamente stava infatti rallentando i suoi sistemi.
@walkers_crisps A six pack and it's bag ready for the mornings post. @38_degrees #PacketInWalkers pic.twitter.com/hv0AcivVS9
— MarvinE (@MarvinE0) 23 settembre 2018
Da oggi, Walkers ha quindi avviato una campagna di ritiro gratuito delle confezioni usate più strutturata. I consumatori potranno spedirle all’azienda americana con base nel Regno Unito TerraCycle, che le trasformerà in pellet di plastica impiegati per realizzare mobili da giardino e altri articoli di materiale riciclato. Per la spedizione si potrà scaricare da internet un'etichetta preaffrancata di UPS, che ritirerà i sacchetti a domicilio senza costi per il consumatore.
Come riporta il Guardian, le confezioni di Walkers continueranno a essere a base di plastica ancora per un po’. Il produttore si è detto infatti impossibilitato a sostituirle con materiali biodegradabili prima del 2025.