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CORRISPONDENZE ESTEROTre anni fa Fukushima. Oggi l'Ungheria riceve miliardi russi per le centrali nucleari

11.03.14 - 08:17
La Russia contribuirà con 10 miliardi di euro alla costruzione di due nuovi reattori nucleari in suolo ungherese. I timori per un incidente nucleare si sommano a quelli di un’eccessiva dipendenza del paese dalla Russia.
Archivio Keystone
Tre anni fa Fukushima. Oggi l'Ungheria riceve miliardi russi per le centrali nucleari
La Russia contribuirà con 10 miliardi di euro alla costruzione di due nuovi reattori nucleari in suolo ungherese. I timori per un incidente nucleare si sommano a quelli di un’eccessiva dipendenza del paese dalla Russia.

BUDAPEST - Esattamente tre anni fa - l’undici di marzo del 2011 - un terremoto e uno tsunami davano il via a Fukushima, in Giappone, al secondo incidente nucleare più grave della storia. Il primo, invece, avvenne quasi 28 anni fa in Ucraina, quando esplose il reattore 4 della centrale nucleare di Chernobyl.

A seguito della tragedia giapponese, diversi Stati hanno deciso di prendere posizione e molte centrali sono state chiuse. Austria (uno dei pionieri dell’anti nucleare), Germania e Svizzera (che chiuderà le sue centrali nei prossimi anni) sono solo alcuni degli Stati che hanno deciso di abbandonare l’utilizzo di energia nucleare. Altri invece sembrano volere andare avanti a scherzare con il fuoco. L’Ungheria, per esempio, proseguirà decisa per la sua strada e proprio qualche settimana fa il governo del Primo Ministro Viktor Obán ha annunciato di aver firmato un accordo con la Russia per l’ampliamento della centrale nucleare di Paks, l’unica in territorio ungherese. Com’era da prevedere, le critiche e le prime manifestazioni di protesta non si sono fatte attendere. Nonostante le esperienze del passato, da queste parti si scommette ancora sul nucleare.

A Paks il nucleare è di casa dagli anni ’80 e attualmente sono attivi quattro reattori di fabbricazione russa. Grazie al nuovo accordo stipulato verranno costruiti entro il 2023 altri due reattori. Secondo il partito al potere questo ridurrà i costi dell’energia e creerà 10'000 nuovi posti di lavoro. I contrari al progetto accusano il governo di aver portato avanti le trattative in maniera poco trasparente. Un accordo di questo tipo, inoltre, potrebbe portare il paese verso un conflitto con l’Unione Europea.
Paradossalmente però la questione del nucleare non è forse la preoccupazione maggiore per gli ungheresi. Il timore della gente è comunque sempre legato ai rapporti con il vicino colosso russo. Infatti, molti vedono nel recente sostegno economico della Russia lo spettro del passato, quando il burattinaio comunista muoveva i fili, tra gli altri, anche del paese magiaro.

L’Ungheria acquista già in Russia petrolio e gas naturale e il timore maggiore è quello di cadere in un’eccessiva dipendenenza. Con la caduta dell’Impero Sovietico, all’inizio degli anni Novanta, l’Ungheria riusciva finalmente a scrollarsi di dosso decenni di dittature – sotto il segno dell’aquila nazista durante la Seconda Guerra Mondiale, e poi, come detto, all’ombra della falce e martello comunista -. A poco più di vent'anni dalla caduta del regime la popolazione ha paura che l’accordo di Paks mascheri, ma nemmeno tanto, la volontà di Putin di riprendere parte del controllo che il suo paese esercitava in passato sul piccolo vicino. Così, allo spettro di una nuova Chernobyl e Fukushima si aggiunge quello dell’indesiderato ritorno del comunismo. Un motivo in più per la gente per scendere in strada a manifestare. 

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