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LIBIAProblemi per la nave anti-migranti

11.08.17 - 19:23
A correre in suo aiuto proprio un'imbarcazione delle Ong
Keystone
Problemi per la nave anti-migranti
A correre in suo aiuto proprio un'imbarcazione delle Ong

TRIPOLI - Come in una sorta di nemesi, la nave di Defend Europe arrivata davanti alla Libia per dissuadere le imbarcazioni delle Ong impegnate nel soccorso dei migranti e informare la Guardia Costiera di ogni eventuale irregolarità commessa delle organizzazioni, ha visto correre in suo aiuto, dopo un'avaria al motore, Sea Eye, proprio una di quelle navi.

«Come avevamo promesso e come nessuno credeva, la C Star è arrivata nella 'Sar zone' della Libia», aveva scritto l'organizzazione qualche giorno fa. Ma - a parte qualche avvertimento via megafono o radio alle unità delle Ong incrociate per mare - ha potuto fare ben poco.

Questa mattina, attorno alle 9, dalla plancia della nave è partito quello che in gergo viene detto messaggio 'Pan pan', una richiesta d'assistenza anche se l'imbarcazione non corre alcun pericolo immediato. La C-Star, ha scritto sui suoi profili social la stessa Defend Europe, «è incorsa in un problema tecnico di lieve entità durante la notte.

Al fine di risolverlo prima che la nave entrasse in zona Sar e navigasse in prossimità di altre imbarcazioni, il motore principale si è spento. Ciò comporta che per il regolamento internazionale per prevenire abbordi in mare, l'imbarcazione è considerata 'senza comando', e ciò è stato comunicato alle navi in prossimità, conformemente al regolamento. Il problema sta per essere risolto».

Il messaggio è stato raccolto da un aereo della missione europea Eunavformed che, dopo aver verificato la situazione, ha inoltrato la segnalazione al Mrcc di Roma. Secondo Sea Eye sarebbe stata proprio la centrale operativa a chiederle di intervenire, visto che era l'imbarcazione più vicina. Fonti italiane sostengono però che non c'è stata alcuna indicazione e che è stata la stessa nave dell'Ong a comunicare che avrebbe raggiunto la C Star.

Quel che è certo è che, una volta arrivata a contatto con l'imbarcazione di Defend Europe, la Sea Eye non ha potuto far nulla se non tornarsene indietro e riprendere la ricerca dei migranti. «Contattati via radio - sostiene la Ong - gli identitari hanno rifiutato ogni aiuto».

Intanto un'altra Ong aderisce al Codice di condotta voluto dal ministro dell'Interno Marco Minniti e condiviso dall'Unione europea: è Sos Mediterranee, che si aggiunge a Save The Children, Moas, Sea Eye e Proactiva Open Arms e che questa mattina ha firmato il documento al Viminale. Una firma, ha spiegato il vicepresidente Sophie Beau, arrivata «dopo aver avuto i chiarimenti richiesti» e ottenuto che i relativi punti fossero messi per iscritto in un 'Addendum' che è "parte integrante" del Codice ma che, per il Viminale, non ne cambia la sostanza.

Nel documento vengono precisati una serie di punti, dai trasbordi in mare fino alla presenza a bordo di personale di polizia giudiziaria armato. Nel primo caso si sottolinea che il Codice "non implica una limitazione della pratica dei trasbordi" e che gli stessi avverranno "sotto il coordinamento esclusivo del Mrcc di Roma" nel rispetto della legge marittima internazionale.

Quanto alla presenza di polizia giudiziaria a bordo, Sos Mediterranee precisa che il Codice non menziona esplicitamente la possibilità di portare armi e, dunque, «non si impegna a ricevere uomini armati» a bordo delle navi, «fatto salvo in caso di mandato rilasciato nell'ambito del diritto nazionale o internazionale». «Abbiamo apprezzato molto l'impegno del ministro dell'Interno italiano» ha sottolineato ancora Beau dicendosi "preoccupata" per le minacce libiche alle Ong che violeranno il proprio spazio Sar. «In prospettiva possono rappresentare un rischio ma per adesso si tratta di comunicazioni ai media. Vediamo come evolve la situazione«.
 
 

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