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ITALIADistribuzione dell'acqua sulla Terra, arriva la mappa

07.12.16 - 19:00
Milioni di immagini satellitari scattate tra il 1984 e il 2015 hanno permesso la realizzazione dell'analisi
Distribuzione dell'acqua sulla Terra, arriva la mappa
Milioni di immagini satellitari scattate tra il 1984 e il 2015 hanno permesso la realizzazione dell'analisi

VARESE - In 32 anni sono scomparsi dal pianeta oltre 90.000 chilometri quadrati di acque permanenti, ma altri 184.000 se ne sono formati. È questo uno dei dati colti dalla mappa ad alta risoluzione dei cambiamenti nella distribuzione dell'acqua sulla Terra negli ultimi 30 anni, elaborata grazie all'uso di tre milioni di immagini satellitari scattate tra il 1984 e il 2015.

A realizzarla i ricercatori guidati da Jean-François Pekel, del Centro congiunto di ricerca della Commissione Europea, che ha sede a Ispra (Varese).

Lo studio, pubblicato sulla rivista Nature, mostra come la siccità, la creazione di nuovi bacini (ad esempio con la costruzione di dighe) e l'estrazione dell'acqua siano le principali cause di cambiamento. I ricercatori hanno analizzato le immagini satellitari per quantificare, mese per mese, i cambiamenti avvenuti nelle acque di superficie, con una risoluzione di 30 metri, servendosi della piattaforma Google Earth per l'analisi dei dati. Le acque di superficie sono solo una parte delle acque disponibili sul pianeta, ma sono quelle più accessibili all'uomo.

Nel 2015 complessivamente c'erano 2,78 milioni di chilometri quadrati di acque permanenti e 0,81 milioni di chilometri quadrati di acque stagionali. Nei 32 anni analizzati, un totale di 162 mila chilometri quadrati di acque sono andati persi, di cui 90 mila permanenti (pari all'area del Lake Superior, il più vasto dei grandi laghi americani) e 72 mila sono diventati stagionali, mentre 184 mila chilometri quadrati di nuove acque permanenti si sono create in diversi Paesi.

Il 70% delle perdite si è concentrato in cinque Paesi: Kazakhistan, Uzbekistan, Iran, Iraq e Afghanistan, principalmente per la siccità e le attività umane, con la deviazione di fiumi o la costruzione di dighe. In tutte le regioni continentali c'è stato un netto aumento delle acque permanenti, tranne che in Oceania, che ha subito un calo dell'1%. Questi dati, secondo i ricercatori, danno ulteriori riscontri dell'impatto del cambiamento climatico e delle oscillazioni del clima sulla distribuzione delle acque e degli effetti delle attività umane.
 
 

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