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I polacchi nel Regno Unito vogliono così far riflettere sul loro contributo all’economia del Paese che li ospita
LONDRA - I polacchi che vivono in Gran Bretagna si sono lanciati in due azioni dimostrative molto diverse, ma l’obiettivo che perseguono è uno solo: far riflettere su quanto loro, in quanto immigrati, siano importanti per il Paese che li ospita.
Le manifestazioni contrapposte, che si sono svolte oggi, consistevano in uno sciopero degli immigrati polacchi accompagnato da una protesta davanti al Parlamento e da una campagna intitolata #polishblood (“#sanguepolacco”) che invitava tutti i polacchi a donare il sangue per il proprio Paese ospitante, la Gran Bretagna.
Tutto ha avuto inizio un paio di settimane fa quando i lettori del periodico britannico in lingua polacca Polish Express hanno iniziato a chiedersi cosa sarebbe successo se le centinaia di migliaia di polacchi che lavorano nel Regno Unito non fossero andate al lavoro per un giorno (i polacchi nel Paese sono più di 700mila). L’idea di uno sciopero ha conquistato alcuni, ma è stata giudicata eccessiva e prematura da altri. Questi ultimi hanno così iniziato a pensare a una manifestazione alternativa. «Volevamo fare un gesto positivo – ha spiegato al Guardian George Byczynski, organizzatore della campagna #polishblood –. Ci è venuta così l’idea di chiedere ai polacchi di donare il sangue». La campagna, precisano gli organizzatori, vuole far riflettere su quanto gli immigrati siano importanti per il Regno Unito e quanto quest’ultimo sia importante per loro.
A “vincere” è stato lo spirito costruttivo. Se alla manifestazione davanti al Parlamento connessa allo sciopero ha partecipato meno di una decina di polacchi, infatti, sono più di 2mila le persone che hanno preso appuntamento per donare il sangue nel corso della prossima settimana. Almeno trenta l’hanno già fatto oggi condividendo la foto della donazione sui social con l’hashtag #polishblood.
