Le accuse di Vera e Ilià giungono dopo che il Tribunale militare di Mosca - all'apertura del nuovo processo - ha respinto la loro richiesta di rinviare gli atti alla procura e di riaprire l'inchiesta, allo scopo di unificarla con quella sui mandanti e sull'esecutore materiale dell'assassinio.
Tale decisione "dimostra una sola cosa, e cioé che lo stato non desidera assolutamente far luce su tale delitto", hanno detto i figli della Politkovskaia in una lettera aperta pubblicata oggi con evidenza sulla prima pagina della Novaia Gazieta, il giornale per il quale scriveva la madre.
A questo punto, "noi non riteniamo più necessario partecipare a questo show", scrivono i figli della giornalista, secondo i quali l'inchiesta, "é divenuta una farsa". I due giovani hanno sottolineato di voler comunque seguire attentamente le udienze del nuovo processo per "non consentire la speranza di far luce venga seppellita definitivamente".
I tre imputati per l'uccisione di Anna Politkovskaia erano stati assolti in un primo processo lo scorso febbraio. A fine giugno tuttavia la Corte suprema aveva annullato tale sentenza per vizi procedurali, ordinando un nuovo processo, che si è aperto il 5 agosto scorso. I giudici hanno subito respinto una richiesta delle parti civili, appoggiata dall'accusa e dai legali della difesa, di riaprire l'inchiesta sui tre imputati per unirla a quella sui mandanti e sul presunto esecutore materiale dell'omicidio, del quale si conosce il nome me che è latitante.