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ti.mammePerdita uditiva ad esordio tardivo

24.06.23 - 07:30
Come riconoscere l’ipoacusia nei bambini in assenza di sintomi e predisposizioni
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Perdita uditiva ad esordio tardivo
Come riconoscere l’ipoacusia nei bambini in assenza di sintomi e predisposizioni

L’ipoacusia rappresenta la condizione in cui l’udito risulta compromesso perdendo la sua completa efficacia, in pratica: si sente meno. Se negli adulti è un deterioramento preventivabile e, comunque, denunciabile dagli interessati, nei bambini è una possibilità reale che però gli interessati non saranno in grado di evidenziare. Acclarato che una riduzione della capacità uditiva nei piccoli è possibile e che per individuarla è necessario verificare la salute dell’udito in maniera preventiva, diventano indispensabili accurati e puntuali controlli atti ad individuare tempestivamente il problema e le sue cause. Visto che i pargoli non hanno termini di paragone idonei a denunciare un cambiamento nella loro capacità di udire, non si insospettiranno dei cambiamenti determinati dall’eventuale difetto e spetterà quindi ai genitori osservare attentamente tutti gli atteggiamenti. 

Così facendo sarà possibile scorgere i comportamenti sospetti, in forza dei quali rivolgersi al pediatra che provvederà a verificare la situazione suggerendo, se necessario, un consulto specialistico con accurati e specifici test dell’udito. L’ipoacusia potrà essere già presente alla nascita e sarà evidenziata dallo specifico screening uditivo, ma potrebbe insorgere anche in seguito, nei mesi o negli anni successivi, oppure avere natura progressiva a causa della quale la situazione peggiora progressivamente. Per la sordità ad esordio tardivo, quindi una perdita uditiva dopo qualche tempo dalla nascita e dai controlli di quel momento, bisogna prestare attenzione ai cosiddetti indicatori di rischio.

Vediamo quali sono gli aspetti da considerare:

- ritardi del linguaggio e della comunicazione;
- sindromi genetiche e familiarità per ipoacusia neurosensoriale infantile;
- sindromi neurodegenerative;
- infezioni congenite e acquisite;
- esposizione a farmaci ototossici;
- traumi cranici.


Da non trascurare, ovviamente, i dubbi e la relativa preoccupazione dei genitori, ricoveri lunghi più di 5 giorni in terapia intensiva neonatale con circolazione extracorporea e assistenza ventilatoria. Per i piccoli che hanno superato lo screening acustico neonatale e non presentano fattori di rischio, l’unico metodo per individuare eventuali perdite uditive rimane l’attenta osservazione da parte dei genitori, sebbene si riesca ad individuare qualche problema sempre dopo l’anno di età, ovvero quando l’interazione con i bambini permette di scorgere eventuali anomalie nel loro comportamento legate ai difetti uditivi.

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