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CASTEL SAN PIETROMarco Siciliano, sorvegliato speciale

07.04.10 - 09:00
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Marco Siciliano, sorvegliato speciale

CASTEL SAN PIETRO - Nel piccolo villaggio ai piedi del Monte Generoso non si ha molta voglia di parlare, ma di proteggere il figlio di Marco Siciliano e Beatrice Sulmoni.

L'appello dei parenti della vittima di rispettare il lutto e la decisione del silenzio stampa del procuratore pubblico che si occupa dell'assassinio di Beatrice non fermano, in tutti i casi, la ricerca, da parte di giornali locali e italiani, di ricostruire la tragica vicenda che ha scosso il Mendrisiotto.

L'autopsia - E mentre il corpo di Beatrice giace all'Istituto patologico di Locarno, dove oggi sarà sottoposto all'esame autoptico da parte del perito, Marco Siciliano è rinchiuso in carcere accusato di avere assassinato la moglie e di averne occultato il cadavere. Alla Farera, come scrive il Cdt, Siciliano è un sorvegliato speciale. Potrebbe compiere il gesto inconsulto e per evitare l'atto estremo è costantamente sorvegliato nella sua cella dove non può guardare la tv e leggere i giornali. Neppure l'ora d'aria gli è concessa. Può soltanto uscire quando lo chiamano per gli interrogatori.

Da Siciliano, finora, si hanno ammissioni parziali, frammenti di una verità ancora tutta da chiarire. La situazione familiare difficile che si trascinava da ormai un anno è all'origine di una violenza che ha lasciato di stucco amici e conoscenti di Siciliano.

Insospettabile - Siciliano che fino all'ultimo non ha destato alcun tipo di sospetto tra i conoscenti e i colleghi di lavoro. Andava a prendere il figlio dai suoceri, tranquillamente si presentava al posto di lavoro a Novaggio anche quando Beatrice Sulmoni, che mancava da casa il 25 marzo, non c'era più. E cercava di tranquillizzare i suoceri con messaggi inviati dal cellulare della moglie del tipo "non cercatemi più o "siete in agitazione, lo capisco, spero che non chiamiate la polizia". Si fingeva la moglie, che nel frattempo aveva già ucciso.

L'assassinio e il ritrovamento del cadavere - Sulmoni sembra sia stata assassinata dentro casa e sia stata trasportata oltre frontiera con l'auto. Secondo alcune ricostruzioni si ipotizza che il corpo della donna sia stato gettato nel lago soltanto il 31 marzo, sei giorni dopo la scomparsa di Sulmoni.

Il sospetto dell'amante e la voglia di Beatrice di ricominciare una nuova vita - Il Gdp oggi riprende l'ipotesi formulata ieri su La Regione. E cioè che sarebbe stata la scoperta della moglie di un'amante del marito e l'intenzione di lasciarlo ad avere originato il raptus. Beatrice, dopo la scoperta fortuita dell'amante, avrebbe deciso di cambiare vita, di lasciare Marco. Di ricominciare. Il marito, però, non accettava la nuova situazione. Scoppiato l'ennesimo e violento litigio, Siciliano avrebbe ucciso la moglie tra le mura di casa. L'errore di Siciliano, è stato quello di denunciare la scomparsa della moglie soltanto il 3 aprile, il giorno dopo il rinvenimento del cadavere a Laglio.

A Como il fascicolo è ancora aperto. Come scrive la Regione Ticino, per chiuderlo, le autorità comasche attendono gli atti da Lugano. Il pm Antonio Nalesso ha rinunciato a mandare un consulente che assista all'autopsia della donna. Caso chiuso, a meno che dalle indagini non emerga che il 32enne sia stato aiutato da qualcuno a buttare il corpo nel Lario. 
 

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