Rifugi della protezione civile che accolgono le persone espulse: ecco come funzionano i centri e cosa sentono i vicini
CHIASSO - A Rancate verranno ospitati i migranti che rientrano nella procedura di riammissione semplificata. Ma, fino a quel momento, continueranno a essere ospitati nei rifugi della protezione civile del Mendrisiotto. Non si tratta infatti di un centro richiedenti l'asilo o di un centro di registrazione, ma di un luogo di pernottamento dove il migrante non può disporre della propria libertà, in pratica sono in stato di fermo amministrativo. La mattina seguente vengono accompagnati in Italia dove, una volta riaperti gli uffici, è possibile svolgere le pratiche di riammissione.
Quattro centri - Durante le ultime settimane, la Confederazione ha predisposto quattro rifugi della protezione civile dove ospitare queste persone. Coldrerio, Vacallo, Chiasso e, in caso di estrema necessità, Castel San Pietro. «Questo, che funge da riserva, è stato aperto solo il primo weekend di agosto», spiega Marco Quattropani, vice comandante della Protezione civile del Mendrisiotto. «Non si è comunque mai raggiunta la massima capacità di 200 persone». I migranti sono gestiti dalle guardie di confine, i militi della protezione civile non entrano in contatto con loro. «Il nostro compito è di fornire un supporto logistico. Ci occupiamo di ripristinare l'impianto il mattino seguente», continua Quattropani. «Per questo compito abbiamo in servizio tra i 4 e i 6 militi, persone che si sono annunciate volontariamente e sono convocate per un intervento urgente».
Non ci si accorge - Qui come a Rancate, la struttura è più simile a un carcere che a un centro per le procedure d'asilo. Con la conseguenza che i comuni che li ospitano quasi non percepiscono ciò che vi avviene. Ce lo conferma il sindaco di Vacallo Marco Rizza: «Secondo me si sta esasperando, la situazione è assolutamente sotto controllo e la gente non percepisce quasi nulla», spiega. «Negli scorsi giorni il rifugio di Vacallo era pieno, è a 40 metri da casa mia e quasi non me ne sono accorto», continua. «Si tratta di una sola notte e non possono uscire, l'impatto è decisamente limitato». Più dubbi, invece, il sindaco li riserva alla situazione di emergenza creatasi: «Sapevamo che con l'estate l'afflusso sarebbe stato più massiccio, è un po' peccato essersi fatti trovare impreparati».