LUGANO/MILANO - Hanno ribadito di essere all'oscuro dell'origine illecita dei fondi ricevuti da Milano, i due cittadini italiani arrestati a Lugano nell'ambito dell'inchiesta Silvan, avviata dalla Guardia di finanza di Milano e dal Ministero pubblico per un buco da 23 milioni di euro ai danni di BSI Italia. Non sapevano neanche delle presunte malversazioni operate dal 28enne manager dell'istituto di credito arrestato a Milano.
Come riferisce il Corriere del Ticino, i due operatori finanziari, di 47 e 40 anni, sono stati interrogati dalla procuratrice pubblica Manuela Minotti Perucchi mentre le indagini in territorio svizzero proseguono. Sono stati infatti sentiti diversi testi.
Il manager arrestato a Milano è accusato di aver distratto parte del denaro fatto pervenire su un conto aperto alla sede cittadina della Banca del Sempione. È stata la stessa banca a fare la segnalazione al Ministero Pubblico a inizio febbraio. Alcuni funzionari si erano insospettiti in seguiti a movimenti anomali di fondi, in particolari ingenti somme sempre riconducibili ai conti dei due arrestati. Operazioni non supportate dalla necessaria documentazione richiesta in caso di cifre di denaro considerevoli.