Il consigliere federale Didier Burkhalter si rallegra dell'elezione del rappresentante di En Marche! alla presidenza francese
BERNA - Il consigliere federale Didier Burkhalter si rallegra dell'elezione di Emmanuel Macron alla presidenza francese e loda il suo ruolo di unificatore «delle forze giovani», che è di buon augurio per l'Europa e per la Svizzera.
Macron, ha detto Burkhalter ai microfoni della radio della Svizzera romanda RTS, è un presidente giovane che «ha tentato nel corso di tutta la campagna di mettere in azione» le forze delle nuove generazioni «in un paese che ha molti problemi».
Si tratta di «un elemento costruttivo», di un «exploit politico», ma la sua missione sarà ardua: «Solo sulla base della soluzione concreta dei problemi veri» si potrà esprimere un giudizio «sui futuri responsabili politici della Francia».
Il ministro degli esteri ha definito «molto importante il segnale europeo» che è uscito dal voto: da parte elvetica, ha aggiunto Burkhalter, «il nostro contributo rimane la via bilaterale che ha permesso di mantenere rapporti stabili con l'Europa». «Penso che con il presidente Macron potremo continuare a lavorare in questo senso».
Il consigliere nazionale Carlo Sommaruga (PS/GE) ha commentato le elezioni francesi affermando «che un'Europa più forte potrebbe fare maggiori concessioni» su quelli che sono considerati i pilastri dell'UE, tra cui la libera circolazione delle persone, e «mostrarsi più flessibile nelle relazioni con la Svizzera».
Sulla stessa linea il suo collega Claude Béglé (PPD/VD), che spera nella «fine del muro» con il quale le autorità svizzere si scontrano sulla questione europea. «Forse avremo di fronte a noi persone che comprenderanno che è necessario adeguare i principi fondamentali alle realtà particolari dei singoli paesi».
Con l'arrivo di Macron «l'UE spingerà sull'acceleratore», afferma dal canto suo Gilbert Casasus, professore di studi europei presso l'Università di Friburgo, e questo nuovo elemento avrà effetti positivi per il Vecchio Continente, ma anche per la Svizzera.
Molto meno entusiasta Roland Rino Büchel (UDC/SG), presidente della commissione affari esteri del Consiglio nazionale: «non sono sicuro che Macron sia così forte sul piano dell'esperienza e della personalità», ha detto il deputato, che ha manifestato dubbi sulle reali capacità del nuovo uomo forte francese di dare maggiore peso all'UE e alle relazioni bilaterali con Berna.
A questo proposito il consigliere federale Burkhalter ha spiegato che «non siamo alla ricerca di facilitatori», visto «che abbiamo contatti diretti con Bruxelles e con tutti gli stati membri dell'UE». Ora bisogna privilegiare «un approccio pragmatico, costruttivo e aperto» e «rimanere all'ascolto». Macron, ha ancora detto Burkhalter, ha percorso la Francia in lungo e in largo, confrontandosi con «la collera e le difficoltà della gente. Non si può costruire un'Europa che non ascolta i popoli, altrimenti l'avanzata del populismo sarà inevitabile».