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Contro la misura è pure stato lanciato un referendum
DELÉMONT - I giurassiani non saranno costretti a pagare un'imposta minima di 50 franchi all'anno: previsto dal piano di risanamento adottato in dicembre dal parlamento, il provvedimento è giudicato contrario alla Costituzione dalla Corte costituzionale del cantone. Contro la misura è pure stato lanciato un referendum.
Contemplata con altri 140 provvedimenti dal piano di austerità "Opti-Ma", l'imposta minima è "arbitraria e priva di qualsiasi giustificazione obiettivamente fondata", giudica la Corte costituzionale, chiamata in causa dal ricorso di un cittadino e la cui sentenza è stata resa nota oggi.
La Corte considera che sottoporre ad una tassa minima di 50 franchi le persone esentate dal pagamento delle imposte a causa di un reddito troppo esiguo sia contrario all'uguaglianza fiscale sancita dalla Costituzione.
L'imposta minima forfettaria colpisce inoltre in modo identico un gruppo di persone e non tiene dunque conto della capacità contributiva dei singoli. La tassa minima non è nemmeno coerente con la progressività tributaria: i contribuenti sarebbero sottoposti a due sistemi di imposizione sul reddito, una differenza di trattamento contraria al principio dell'universalità dell'imposta, spiegano i giudici.
Oltre al ricorso inoltrato presso la Corte costituzionale, l'introduzione di una tassa minima è anche stata combattuta da un referendum, depositato alla Cancelleria cantonale in febbraio. Esso ha riunito 3406 firme, mentre ne occorrevano 2000. Le autorità avevano stimato l'introito annuo a circa 650'000 franchi.
In una presa di posizione diramata nel pomeriggio, il governo giurassiano costata che la Corte costituzionale non ha per nulla menzionato il fatto che una forma d'imposta minima, oppure forfettaria, è applicata da una decina di cantoni, senza che sia mai stata dichiarata incostituzionale. Rileva pure che la Corte non ha annullato l'imposta minima prevista per le persone giuridiche.
