A sostenerlo è Peter Hilpod, professore di diritto internazionale pubblico all'università di Innsbruck
ZURIGO - In materia di migrazione l'Europa deve agire in modo più incisivo, anche con la comunità internazionale, perché la gente non accetta più arrivi in massa: lo sostiene Peter Hilpod, professore di diritto internazionale pubblico all'università di Innsbruck.
È inaccettabile che vi siano degli Stati che, attraverso oneri burocratici e tattiche dilatorie, ostacolano il rimpatrio di loro cittadini, afferma il giurista in un'intervista pubblicata oggi dalla Basler Zeitung.
Il fatto che oltre il 50% dei richiedenti asilo sia sprovvisto di documenti è inoltre indice di un abuso sistematico, afferma Hilpod. I rifugiati cosiddetti economici non hanno nessun interesse a mostrare la loro nazionalità perché non possono provare di aver bisogno di protezione. Questa incertezza dà loro la possibilità di garantirsi almeno temporaneamente il soggiorno in uno Stato. La mancanza di accordi di riammissione fa poi il resto. "Il risultato: chi riesce a raggiungere l'Europa ha buone prospettive di rimanere".
Per l'esperto 51enne gli Stati devono mostrarsi più rigorosi. "Abbiamo raggiunto un punto in cui la popolazione non accetta più un'ulteriore immigrazione di massa. Un governo che non lo capisce non viene più rieletto e viene sostituito da un altro più estremo, che promette delle misure".
Secondo Hilpod la convenzione dei rifugiati del 1951 è ancora al passo con i tempi, ma deve essere completata con regole sui movimenti di massa.
ats