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FC TICINO"Ci stiamo mettendo la faccia, gli altri non cederebbero la licenza. Il club "cantonale"? Si farà"

19.12.13 - 09:11
Gabriele Gilardi ha parlato della raccolta fondi della nuova società: "Andrà a buon fine. Non fosse così il Locarno potrebbe anche non iscriversi alla Challenge"
Ti-Press/Samuel Golay
"Ci stiamo mettendo la faccia, gli altri non cederebbero la licenza. Il club "cantonale"? Si farà"
Gabriele Gilardi ha parlato della raccolta fondi della nuova società: "Andrà a buon fine. Non fosse così il Locarno potrebbe anche non iscriversi alla Challenge"
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LOCARNO – “Vorrei fare una precisazione”. Schietto, determinato, pronto, anche al telefono Gabriele Gilardi è riuscito a tenere banco. La chiacchierata con il direttore generale delle bianche casacche, partita con l’intento di capire qual è la situazione del FC Ticino, si è presto trasformata in un lungo riassunto delle possibili virtù della nuova società.

“La quale, come erroneamente si è scritto da qualche parte, non sarà un nuovo Locarno – ha sottolineato Gilardi - non stiamo raccogliendo fondi per rendere più forte il nostro club. Quello anzi da tutta l’operazione uscirà probabilmente ridimensionato”.

Che la vostra non fosse una richiesta di denari per rimpolpare le casse delle bianche casacche lo si era capito.
“Ma non penso sia passato il messaggio giusto. Voglio ribadire, voglio anzi chiarire che il nostro non è un tentativo di avvantaggiarci. Ma solo il primo passo verso un probabile sacrificio”.

Ci siamo persi.
“Il Locarno, quello dell’Associazione Amatori, continuerà a un altro livello, più basso, nelle serie regionali, laddove sia sostenibile economicamente. La prima squadra sarà invece rappresentante di tutto il territorio. E ciò potrà accadere solo con la cessione, anzi la trasformazione, della licenza ora in mano alle bianche casacche in favore del FC Ticino. Questo lo si fa pensando al calcio del nostro cantone. Avrebbero potuto farlo anche il Chiasso o il Lugano. Ma andate a chiedere loro se vogliono cedere il loro diritto di partecipare alla Challenge League. Noi abbiamo preso coscienza e maturato questa decisione difficile. Ci stiamo mettendo la faccia. Non volevamo fare la fine del Bellinzona”.

Nel caso in cui la raccolta fondi non dovesse andare bene cosa accadrà?
“Andrà a buon fine, ne sono sicuro. In caso contrario non è detto che una Prima squadra del Locarno sia iscritta al campionato cadetto”.

Come fa a essere tanto sicuro del fatto che il progetto decollerà?
“L’inizio della raccolta è stato incoraggiante. Non parlo di soldi ma solo del fatto che, per esempio, diversi sponsor tecnici si sono già annunciati. Diverse ditte operanti su tutto il cantone si sono fatte avanti con curiosità. Questo come “Locarno” non era e non sarebbe accaduto”.

Quanto sarà il budget della nuova società?
“Serviranno tra il milione e mezzo e i due milioni di franchi”.

Tanti soldi e tutti da chiedere agli appassionati.
“Questo è un altro errore. Tale budget non sarà composto esclusivamente dalle donazioni pervenute. Sarà un insieme di molti fattori: botteghino, mercato, diritti televisivi… E poi quanto raccolto servirà per dare il via all'avventura ma non avrà peso determinante negli anni. Mi spiego: la nostra speranza è che un insieme di persone, di sostenitori, possano “pubblicizzare” l’operato del club garantendogli un futuro solido. La differenza la faranno gli sponsor che decideranno di legarsi al FC Ticino per più anni”.

La scadenza di febbraio è stata scelta per poi avere il tempo per iscrivere la squadra al prossimo campionato?
“Esattamente. Per espletare tutte le formalità burocratiche. Il processo di trasformazione della licenza, quello che farà sparire il Locarno è lungo, complicato e soprattutto irreversibile. La Federazione ce lo farà portare a termine ma non sarà comunque automatico”.

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