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LUGANOLa Svizzera è un paese felice? Siani: «A me dà serenità»

06.02.20 - 15:38
In occasione dello spettacolo di domani sera al Palazzo dei Congressi, abbiamo intervistato l'attore e regista
Alessandro Siani
La Svizzera è un paese felice? Siani: «A me dà serenità»
In occasione dello spettacolo di domani sera al Palazzo dei Congressi, abbiamo intervistato l'attore e regista

LUGANO - Dopo aver girato alcune scene del suo penultimo film, Alessandro Siani torna in Ticino con “Felicità Tour”. In attesa di vederlo domani sera al Palazzo dei Congressi, ci siamo fatti raccontare la sua felicità. 

Che tipo di spettacolo è “Felicità?”
«In questo momento parlare di felicità è una cosa importantissima. Sembra sempre qualcosa di irraggiungibile, ma quando senti una persona dire “sono felice” è la cosa più bella del mondo. Nello spettacolo dico che la felicità è quando non senti il bisogno di essere felice. Il mio sogno è che il pubblico venga a vedere lo spettacolo e per due ore riesca a staccarsi dal telefono, a ridere e magari pure a riflettere. Invito tutti a venire a vederlo, dai miei conterranei, agli svizzeri, a chi si trova per caso di passaggio a Lugano».

Cos’è per te la felicità? 
«Sono davvero le piccole cose. Mi ricordo il primo giorno che mi resi conto che esisteva una parola gigante come la felicità. Ero su un motorino, con il casco naturalmente, ricordo che era marzo ed ero con la ragazzina del momento, avevo 15 o 16 anni. Nel momento in cui lei mi stringeva mi dicevo “mamma mia, sono proprio felice”. E anche quando sono stato promosso a scuola».

Ora sei felice?
«La felicità rimane sempre qualcosa di straordinario. Però non voglio fare l’errore in cui cascano parecchi che rinunciano alla felicità, dicendo “l’importante è essere sereni”. Secondo me la serenità è un momento straordinario della vita, ma la felicità è qualcosa di speciale».

Viviamo in un mondo triste o felice?
«Delle volte il mondo è bello e lo rendiamo triste noi. Di spunti per essere felici ce ne sono molti, così come per non ridere. Si passa dal gossip semplice al coronavirus come se niente fosse: viviamo in un periodo molto particolare. Tutti abbiamo dei momenti alti e bassi, ma per me sapere di portare un po’ di gioia, di felicità al pubblico è una delle cose più importanti. Vedere le persone sorridere, spalancare il cuore, è la cosa migliore del mondo. E questo spettacolo mi sta dando molte soddisfazioni, e sono contento di tornare in Svizzera».  

A proposito, hai scelto la Svizzera, e Lugano, per alcune scene dei tuoi film. Com’è andata?
«Ho bellissimi ricordi, mi sono trovato veramente bene. Ho sempre trovato una grande ospitalità. C’è un’atmosfera perfetta per il tipo di film che affronto: da un lato realistica, dall’altro si presta anche alla favola».

Ti sembra un posto felice la Svizzera?
«Puoi stare nel posto più brutto del mondo ed essere felice, e il contrario. Se sei in un luogo e sei felice, ti sembra un capolavoro. Personalmente la Svizzera mi dà molta serenità».

Com’è esibirsi all’estero?
«La risata è democratica, e ci unisce tutti. È un po’ come diceva il grande Totò con la Livella. Non importa che tu sia un politico, un operaio, un professionista o un artigiano: davanti ad un buffet corrono tutti. La risata è la stessa cosa».

Ho l’impressione che con i tuoi film e spettacoli vuoi sempre far sognare la gente. Da dove arriva questa “missione”?
«L’incubo è sempre pronto, il sogno invece sembra qualcosa di irraggiungibile. Mi piace proprio l’idea che le persone possano staccarsi dalla realtà, entrare in un’altra dimensione. Mi piacciono le cose semplici, naturali, e il sogno si avvicina molto». 

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