A livello svizzero le procedure aperte sono state 12'478, ovvero 470 casi in più rispetto al 2012. Una parte importante dell'aumento è dovuta ai fallimenti non iscritti nel registro di commercio, soprattutto quelli relativi alle rinunce di eredità, si legge in un comunicato odierno dell'UST.
A livello di grandi regioni, gli aumenti più significativi sono stati osservati in Ticino (75 unità, +13,6%) e nella Svizzera nordoccidentale (142, +9,9%), mentre solo la Svizzera centrale presenta un calo (38 unità, -4,5%). A livello cantonale, l'evoluzione tra il 2012 e il 2013 è stata eterogenea. Il numero di aperture di fallimenti è rimasto stabile in undici Cantoni (variazioni di massimo 10 unità), mentre è cresciuto in nove ed è sceso nei sei rimanenti.
Rispetto al 2012, il numero di casi di scioglimenti di imprese a causa di lacune organizzative ha registrato un sensibile calo (-25,5%, ovvero 650 unità in meno). La tendenza è particolarmente marcata nella regione del Lemano, nella Svizzera nordoccidentale e in quella orientale. Le disposizioni che disciplinano questi casi sono in vigore dal 2008 e vari Cantoni stanno ancora aggiornando i loro registri, con un conseguente effetto di recupero.
Dopo l'incremento registrato nel 2012, le perdite finanziarie risultanti dalle procedure di liquidazione ordinarie e sommarie sono scese di 330 milioni, passando da 2,2 miliardi a 1,9 miliardi di franchi (-14,9%). Nel 2013, le perdite hanno raggiunto il minimo storico dal 1994, rappresentando solo il 40% dell'importo record registrato nel 2004 (4,7 miliardi di franchi).