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ITALIAUn italiano su due compra articoli contraffatti

19.11.12 - 16:01
Gli italiani comprano soprattutto capi di abbigliamento e gli accessori taroccati delle grandi firme della moda
Foto d'archivio (Keystone)
Un italiano su due compra articoli contraffatti
Gli italiani comprano soprattutto capi di abbigliamento e gli accessori taroccati delle grandi firme della moda

ROMA - Un italiano su due (52%) acquista prodotti contraffatti, con una netta preferenza per i capi di abbigliamento e gli accessori taroccati delle grandi firme della moda (29%). È quanto emerge dai risultati di un sondaggio on line del sito www.coldiretti.it resi noti in occasione degli Stati Generali della lotta alla contraffazione a cui partecipa il presidente dell'organizzazione agricola, Sergio Marini.

Tra gli articoli contraffatti che tentano gli italiani ci sono anche - sottolinea Coldiretti - gli oggetti tecnologici (14%) ed i ricambi meccanici (6%), mentre c'è una grande diffidenza nei confronti di medicinali e cosmetici (1%), giocattoli (1%) e alimentari (1%). Si tratta di una debolezza che solo in Italia alimenta un mercato del falso che fattura 6,9 miliardi di euro, secondo una recente ricerca del Ministero dello Sviluppo economico con il Censis (Centro Studi Investimenti Sociali).

Nel caso degli alimentari la vendita di prodotti taroccati avviene spesso all'insaputa dell'acquirente ed è per questo ancora più grave, precisa Coldiretti. Le preoccupazioni riguardano anche il fatto che l'Italia è un forte importatore di prodotti alimentari, con il rischio concreto che nei cibi in vendita vengano utilizzati ingredienti di diversa qualità come il concentrato di pomodoro cinese, l'extravergine tunisino, le mozzarelle taroccate ottenute da latte in polvere, paste fuse e cagliate provenienti dall'estero.

"Gli ottimi risultati dell'attività di contrasto messa in atto dalla magistratura e da tutte le forze dell'ordine impegnate - afferma il presidente di Coldiretti Sergio Marini -, confermano la necessità di tenere alta la guardia e di stringere le maglie troppo larghe della legislazione a partire dall'obbligo di indicare in etichetta la provenienza della materia prima impiegata, voluto con una legge nazionale all'inizio dell'anno approvata all'unanimità dal Parlamento italiano, ma non ancora applicato".

Ats

 

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