Il miliardario visionario deve trovare un'intesa con la Sec
NEW YORK - Tesla è crollata ieri a Wall Street, perdendo fino all'11%, per poi chiudere in calo dell'8,23%. A pesare è stato il crollo delle consegne nel primo trimestre, scese del 31%. Una flessione pesante che alimenta i dubbi sulla domanda per il Model 3, la vettura di punta del colosso delle auto elettriche, e che rischia di complicare la difesa in tribunale di Elon Musk dalle accuse della Sec, l'autorità di vigilanza dei mercati.
Il miliardario visionario comunque incassa una piccola vittoria in tribunale: il giudice concede due settimane a Musk e alla Sec per trattare e raggiungere un'intesa. Se un accordo non sarà trovato il giudice è pronto a deliberare. Secondo la Sec Musk ha violato il precedente accordo con le autorità con il quale si era impegnato a non pubblicare materiale informativo senza aver prima ottenuto il via libera dei legali della società al fine di non fornire informazioni fuorvianti.
I dati sulle consegne nel primo trimestre, secondo gli analisti, potrebbe rendere più difficile la linea di difesa di Musk, in quanto sono chiaramente non in linea con le dichiarazioni e i tweet del miliardario. E questo lo indebolisce davanti alla corte, oltre a erodere la fiducia degli investitori e mettere sotto ulteriore pressione i titoli. Musk il 19 febbraio ha twittato: «Tesla ha prodotto 0 auto nel 2011, ne produrrà circa 500.000 nel 2019». Le indicazioni giunte da Tesla con i dati sulle consegne del primo trimestre "riaffermano" invece una produzione sulle 360.000-400.000 unità per quest'anno.
Tesla ha consegnato nei primi tre mesi 63.000 auto, meno delle 90.966 dell'ultimo trimestre 2018 e sotto le attese degli analisti, che scommettevano su 73.500 unità. I Model 3 consegnati sono stati solo 50.900, una cifra decisamente inferiore alle previsioni.
Per Musk si tratta di uno schiaffo: l'amministratore delegato ha tagliato i prezzi del Model 3, scommettendo che se fossero stati ancora più accessibili avrebbero sostenuto le vendite. Per ora la sua strategia non ha dato i frutti sperati. La flessione delle consegne è legata alla riduzione degli incentivi pubblici americani all'acquisto di auto elettriche, ma anche alle difficoltà incontrate a trasportare le vetture oltreoceano. Gli analisti si mostrano preoccupati, temendo che alla base del calo ci sia un problema più grande, ovvero una mancanza di domanda.