ITALIADopo "petaloso" la Crusca è sommersa dalle parole inventate

FIRENZE - Potete essere fra coloro che la adorano o fra quelli che, oramai, la detestano, ma se usate un qualsiasi social network non potete non essere incappati nelle ultime settimane nella parola “petaloso”. Coniato da un allievo delle elementari di Copparo (Ferrara), il termine era stato orgogliosamente inviato all’Accademia della Crusca dalla maestra del bambino e l’istituzione della lingua italiana lo aveva apprezzato come una parola «ben formata». Non una vera propria accettazione del “neologismo” insomma, ma un “bravo” per la logica al piccolo Matteo, 8 anni.

Ma perché Matteo dovrebbe essere considerato più bravo di tanti altri bambini che quotidianamente creano parole inesistenti? Mossi da un simile quesito, genitori, nonni e insegnanti di mezza Italia (e chissà che qualche proposta non sia arrivata anche dalla Svizzera italiana) si sono così messi a sottoporre all’accademia una valanga di parole create dai loro pargoletti. Circa cinquecento alla settimana da quando “petaloso” ha ricevuto il placet della Crusca, riporta Repubblica.

Preparatevi, quindi, a vedere le vostre home di Facebook invase da termini come “cincinnare” (il tintinnare dei bicchieri durante un brindisi), “sbrocchevole” (incline a dare di matto o “sbroccare”) e “sdallare” (usare parole senza senso come il cantautore Lucio Dalla in alcune sue canzoni). Sulla scia di “petaloso”, la maggior parte delle aspiranti parole è costituita da aggettivi in “-oso”: “profumoso”, “smoggoso”, “dondoloso” e “cernieroso”. Non mancano, tuttavia, i sostantivi come la “brontolite”, inclinazione a lamentarsi che speriamo non si aggravi nei lettori che già odiavano “petaloso”.