Cerca e trova immobili

CANTONEThe Flag, senza catene

20.05.14 - 07:00
Qualche giorno fa i The Flag hanno dato alle stampe il terzo album, "Unchained". Igor Negrini (voce, armonica) ne narra la genesi…
Foto Max Veronesi
The Flag, senza catene
Qualche giorno fa i The Flag hanno dato alle stampe il terzo album, "Unchained". Igor Negrini (voce, armonica) ne narra la genesi…

LUGANO - A due anni da “Hands” – disco in cui figura l’apporto di un numero indefinito di ospiti (come Eugenio Finardi e Vic Vergeat) – Negrini, Mattia Mantello (chitarra), Federico Albertoni (basso, voce), Donato Cereghetti (tastiere) e Carlo Ferrari (batteria) tornano sul mercato discografico con un album di tutto rispetto, all’interno del quale hanno raccolto dieci inediti e una cover, ampliando i loro orizzonti sonori e sperimentando, di conseguenza, la naturale evoluzione del blues e delle sue dodici battute: dai solchi di “Unchained” traboccano massiccio hard rock-blues (“Tractor”, “Big Red Bag”), funky danzereccio e graffiante (“Blind Man”, “Pay It Cool”) e riverberi di matrice puramente psichedelica in grado di culminare in autentico progressive (“The Usual Illusion”). La base ritmica del combo pare inesauribile, pronta, in ogni istante, a fare da spina dorsale alla chitarra ben oleata di Mantello e alla vocalità versatile e imponente di Negrini.

Igor, “Unchained” (“Senza catene”, ndr) documenta un cambiamento di rotta…
"Sentivamo la necessità di concretizzare il nostro sound, con l’obiettivo di dargli una forma più precisa, dei contorni più definiti e calibrati. Era nostra intenzione percorrere una strada musicale un po’ diversa, maggiormente ricercata, senza, tuttavia, allontanarci dalla nostra matrice blues che, in questo nuovo disco, è più rockeggiante e... incazzata".

Quali le maggiori influenze confluite nell’album?
"Il blues è sempre con noi, e anche in questa produzione lo si sente gorgogliare negli abissi. Ma quello che risale in superficie è un blues moderno, più aggressivo e violento, con qualche contaminazione psichedelica e prog. Sicuramente, artisti come Bernard Allison, Joe Bonamassa, Gov’t Mule, Pink Floyd e Led Zeppelin ne hanno influenzato le sonorità".

Mi racconti l'intero processo compositivo?
"È avvenuto piuttosto lentamente, poco a poco, passo dopo passo. C’è da dire che la bravura e l'estro di Mattia Mantello sono stati preponderanti: capitava che Mad arrivasse in sala prove con un brano quasi pronto e, a quel punto, lo si suonava insieme portando a termine anche le ultime rifiniture…"

Cosa mi puoi dire invece delle sessioni di registrazione?
"Il disco è stato registrato presso lo Stairway Studio di Stefano Scenini, a Melano. Era estate, si moriva dal caldo. Per un mese abbiamo inciso i brani in condizioni climatiche difficili, ma questo, devo dire, non ha fatto altro che stimolarci…"

Raccontami la scelta della cover, “Come Together” dei Beatles…
"Da anni è nella nostra setlist e la sfida è stata quella di arrangiarla con un sound granitico e perturbante…"

L’immagine di copertina è molto curiosa...
"Rappresenta una ballerina su un carillon che cerca di esprimersi come meglio può, ma è bloccata a causa di pesanti catene che le rendono i movimenti più difficili e faticosi. Riuscirà a spezzarle, queste catene? A esprimersi nella sua essenza? E noi, The Flag, come lei, riusciremo a scrollarci di dosso le sonorità embrionali del nostro primo tempo e trovare la nostra vera identità?"

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE