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ATTUALITÀ SETTIMANALEMercato azionario Svizzera: rimbalzo dopo un record negativo

05.10.15 - 14:30
Il consueto appuntamento con l'attualità settimanale di Bsi
Mercato azionario Svizzera: rimbalzo dopo un record negativo
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La fase recessiva del mercato azionario elvetico ha testato un importante livello di supporto a 8'200 punti, lo stesso supporto che nel 2014 era il punto di riferimento per i cicli di mercato cosiddetti normali. Con la differenza che in questo caso non si tratta di un ciclo normale: lo scorso anno, una discesa a 8'200 significava una conferma di un’oscillazione benigna dell’indice, mentre attualmente lo stesso livello di 8'200 significa un’ampiezza della correzione che uguaglia quella del record negativo del gennaio 2015, con un calo del 14% dell’SMI.

Un ulteriore segnale della portata dell’attuale correzione viene dalla volatilità, che è rimasta oltre la soglia di 20 da ormai 42 giorni, una durata che è stata superata l’ultima volta solamente in occasione della correzione del 2011.

Il mercato non è arrivato a questo scoglio con un unico ed improvviso cedimento, ma vi si è avvicinato a partire da agosto, diluendo la correzione su due mesi, dapprima allineandosi alle maggiori economie mondiali vittime della pesante correzione del mercato cinese per poi consolidare la discesa con elementi endogeni, quali la revisione negativa degli utili e le previsioni societarie orientate alla prudenza, soprattutto a causa del perdurare della forza del CHF.

Proprio quest’ultimo fattore sembra essere in cima alla lista delle preoccupazioni delle PMI, maggiori esportatrici in Europa, ed è il maggiore fattore d’incertezza sulla direzionalità del mercato svizzero nei prossimi mesi. Se a gennaio il mercato aveva reagito al brusco movimento del cambio andando a riprendere i massimi storici nel breve volgere di un solo trimestre, l’opinione generale è sempre rimasta dubbiosa sulla reale portata a lungo termine dell’apprezzamento del CHF, ritenendo che al momento di riposizionare le protezioni per il nuovo anno, e quindi al momento di ricalcolare guidances e previsioni annuali, ecco che il problema si sarebbe ripresentato in tutta la sua reale gravità.

Siamo quindi giunti al varco, rappresentato dalle trimestrali al 3T15, nel corso delle quali saranno passati al pettine tutti gli elementi di retorica dei vari management, nel tentativo di anticipare un quadro congiunturale che per il momento si delinea attendista. L’antipasto è stato servito dal KOF, che con la pubblicazione di un barometro congiunturale stabilizzato leggermente sopra i valori mediani si mostra incerto sulla direzionalità. Tra i settori, si nota un lieve calo nell’edilizia e nell’immobiliare, mentre il consumo e il settore finanziario sono invariati, determinando con il loro maggiore peso la tendenza laterale del barometro.

Da questa settimana si passa ai dati concreti delle varie società: la prima presentazione importante sarà il 9 ottobre con Givaudan. In una recente conferenza, la società ha illustrato la propria strategia di crescita, incentrata soprattutto sull’Asia, dove ha effettuato importanti investimenti ed è pronta a raccoglierne i frutti. L’attuale debolezza del momentum in questo mercato potrebbe dare qualche preoccupazione, tuttavia, l’Asia ed in senso lato i paesi emergenti rappresentano oltre l’80% del potenziale di crescita del settore e non sono molto elastici in rapporto all’andamento congiunturale attualmente difficoltoso di questa geografia. Rimaniamo quindi ottimisti con un’ottica di più lungo periodo.

Nelle settimane successive sarà interessante monitorare la reazione del settore farmaceutico, da qualche settimana al ribasso in reazione ai proclami della candidata presidenziale US Clinton. Roche pubblicherà il 16.10, e dovrebbe dare interessanti anticipazioni sull’avanzamento di 6 nuovi farmaci che potenzialmente potrebbero dare sostanza ad una guidance positiva. Novartis pubblicherà invece a fine mese.

Tra i titoli più in evidenza in questo mese segnaliamo Nestlé, che ha illustrato una strategia di rilancio per il cioccolato Cailler con una distribuzione su Amazon per il mercato US, invece delle costose boutiques della concorrente Lindt.

 


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