Il partito mette però in guardia sui rischi legati ad un aumento dei salari minimi
CAMORINO - Il PLR si dice disponibile ad una correzione al rialzo della forchetta dei salari minimi, passando da 18.75-19.25 franchi orari a 19.00-19.50 franchi. Allo stesso modo il PLR è disponibile a valutare, dopo i necessari approfondimenti, l’introduzione di eventuali misure accompagnatorie (finora solo abbozzate) e – dopo la valutazione degli impatti reali – a entrare nel merito di eventuali ulteriori adeguamenti che limitino i rischi legati ad un aumento dei salari minimi che vada praticamente solo a beneficio della manodopera frontaliera.
Politica sociale, non economica - Il PLR ricorda poi che, come stabilito dal Tribunale federale, il salario minimo è uno strumento sociale e non di politica economica: «Purtroppo, pensando di poterne avere un beneficio in campagna elettorale, alcuni partiti si sono messi a inventare nuove proposte e a proporre soluzioni fantasiose di difficile applicazione. In particolare, taluni propongono riflessioni economiche che nulla hanno a che fare con il concetto di salario sociale».
Il PLR, pur appoggiando la soluzione nel rispetto di quanto deciso dal popolo, evidenzia comunque alcune criticità - 3/4 dei beneficiari del salario minimo saranno frontalieri, allineamento verso il basso dei salari più alti - e ribadisce che la soluzione per migliorare la situazione dei salari in Ticino risiede nel rafforzamento del partenariato sociale con la definizione di contratti collettivi di lavoro. Per queste considerazioni il partito si rammarica che non sia stato possibile avere il necessario sostegno alla soluzione governativa.