Diverse, ma comunque prevedibili, le reazioni dei partiti ticinesi ai risultati delle votazioni del 21 maggio
LUGANO - Le reazioni dei vari partiti ticinesi sui due oggetti in votazione - la tassa sul sacco a livello cantonale e la strategia energetica a livello federale - non si sono naturalmente fatte attendere. E come spesso capita, i vincitori gongolano mentre gli sconfitti minimizzano.
Tassa sul sacco - I partiti favorevoli all’iniziativa hanno chiaramente espresso il loro apprezzamento per la scelta fatta dai cittadini ticinesi. Per il PLR «finalmente in tutto il cantone ciascuno pagherà in relazione alla quantità di rifiuti che produce, ci saranno maggiori incentivi alla raccolta differenziata e scomparirà il fenomeno del turismo del sacco». Soddisfazione anche per i Verdi, per i quali la tassa darà «un’ulteriore impulso alla riduzione e riciclaggio dei rifiuti» e per il PS, per secondo cui «la produzione di rifiuti urbani diminuirà del 30%, i costi di gestione per i comuni del 10% e verrà incentivata la raccolta differenziata».
Dalla parte dei contrari alla tassa sul sacco c'è invece parte della Lega dei Ticinesi. Su Facebook, Boris Bignasca ha ringraziato tutti i cittadini «indipendentemente da come hanno votato e tutti quelli che mi hanno dato una mano in questa difficile battaglia, che dedico al ricordo di mio papà», aggiungendo che il partito «continuerà a combattere a favore del ceto medio e dei ticinesi sempre più tartassati».
Strategia energetica 2050 - Il Partito socialista è soddisfatto pure per l’esito della votazione federale, che «permetterà una graduale transizione energetica, di uscire dal nucleare utilizzando fonti energetiche meno inquinanti, una maggiore efficienza e il conseguente risparmio di oltre 10 miliardi all’anno». Dello stesso avviso i Verdi, per i quali però «questo gratificante risultato non potrà risolvere tutti i problemi urgenti». «L'approvazione definisce un quadro chiaro per la gestione dell’energia nucleare, promuove risparmi energetici e sostiene la crescita delle energie rinnovabili», sostiene il PLR. Il PPD si è invece detto «molto soddisfatto» per l’esito delle urne sottolineando il ruolo chiave avuto da Doris Leuthard in questa votazione.
Sul fronte degli scontenti invece si è espresso l’UDC per bocca del proprio presidente Piero Marchesi, il quale dapprima ha minimizzato la sconfitta - «mi aspettavo un risultato molto più netto» - e poi ha aggiunto: «Ora bisognerà stare attenti alle promesse di Doris Leuthard e dei promotori, che parlano di un aumento dei costi di 40 franchi all’anno per economia domestica». Un importo che, secondo l’UDC, non sarebbe realistico.