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BELLINZONAVoleva gettarsi dalla finestra: il ragazzo che il Ticino non riesce a “cacciare”

26.09.19 - 07:58
Lo strano caso di un 27enne algerino. Lui vorrebbe restare in Svizzera, dove vive senza permesso dal 2010. Le autorità non lo accettano. E si crea una situazione paradossale
Voleva gettarsi dalla finestra: il ragazzo che il Ticino non riesce a “cacciare”
Lo strano caso di un 27enne algerino. Lui vorrebbe restare in Svizzera, dove vive senza permesso dal 2010. Le autorità non lo accettano. E si crea una situazione paradossale

BELLINZONA – È un lunedì mattina di metà gennaio. A Bellinzona, due algerini si barricano in casa, opponendosi a un controllo di polizia legato a un presunto soggiorno illegale. Minacciano di gettarsi dalla finestra con alcuni famigliari. Una situazione drammatica risolta grazie a un gruppo di negoziatori. Tra quelle persone c’era anche un ragazzo di 27 anni, che oggi si racconta. «Dopo quel fatto, mi hanno sbattuto in prigione per cinque mesi. Volevano rimpatriarmi in forma coatta».

Senza un permesso – Il giovane però è ancora in Ticino. Il suo rimpatrio, a suo dire, al momento, risulta impossibile. «Nel mio paese le cose non funzionano. Noi siamo scappati da lì». Il giovane lo ammette apertamente. «Sono in Svizzera dal 2010. E da allora non ho un permesso. Io e la mia famiglia stiamo vivendo un incubo».

Cosa dice la legge – «Le condizioni che determinano la permanenza di persone straniere sul nostro territorio – spiega Silvia Gada, capo della Sezione della popolazione – sono, di regola, chiare. Nell’ambito delle domande d’asilo però, ci sono delle situazioni che possono risultare di difficile comprensione».

Allontanamento non volontario – Di regola, lo straniero arriva in Svizzera e fa una domanda d’asilo. Esaurite tutte le procedure ed evasi i ricorsi, se non adempie alle condizioni prescritte non ha diritto di rimanere. «Se la persona straniera non accetta la risposta negativa, e non rispetta l’ordine di partenza, le autorità possono trovarsi di fronte all’obbligo di procedere con un allontanamento non volontario».

Serve la collaborazione della persona – Ma non sempre funziona così. Ancora Gada: «Verso alcune nazioni, e l’Algeria ne è un esempio, il rimpatrio può avvenire unicamente se la persona priva di un permesso collabora. In caso contrario, si crea una situazione di stallo, talvolta durevole».

Un sogno che non decolla – Il 27enne ha quattro fratelli minori nati tutti su suolo rossocrociato. Grazie a questo, la madre, che ha un permesso N scadutole nel 2011 (!) riceve 1'200 franchi di aiuti pubblici per vivere. «Le autorità continuano a respingere le nostre richieste. Vorremmo avere un permesso. Io sogno di potere lavorare qui, di avere una vita normale. Non ho nemmeno la cassa malati. Di notte dormo pochissimo, sono sempre preoccupato per il nostro destino».

Tre anni complessivi di carcere – La famiglia del 27enne avrebbe lasciato l’Algeria a causa di questioni politiche e private. «Nel nostro paese il clima non è tranquillo. E non c’è futuro». Il giovane algerino è stato anche in carcere a causa della sua permanenza illegale in Svizzera. «Mi sono fatto complessivamente tre anni di prigione, scaglionati qua e la».

Appello alle autorità – Il nostro interlocutore è stufo. Non ce la fa più. Vive in un appartamento di tre locali e mezzo. «E siamo in sei persone. Fate voi due conti. Continuiamo a essere minacciati dalla polizia. Nessuno si preoccupa di chiarire veramente la nostra situazione. Ho deciso di vuotare il sacco per chiedere l’aiuto delle autorità. Vogliamo solo avere l’occasione di voltare pagina».

Restrizioni dalla polizia – Questa è la versione dei fatti del 27enne. Anche se molti sono i dettagli che non tornano. Davvero la polizia è tanto asfissiante, ad esempio? Gada non si esprime. Ma si limita a una constatazione: «Notiamo che una persona priva di un permesso di soggiorno è sottoposta a delle restrizioni e a dei controlli adeguati al suo comportamento».

Così si evita il volo – Quello che, invece, va specificato assolutamente è un altro aspetto. «Non è vero che i cittadini algerini non possono essere rimpatriati. L’Algeria ammette dei rimpatri tramite voli di linea. È però facile evitare il volo. Basta assumere un comportamento poco collaborativo. Ribadiamo che la collaborazione della persona straniera è un fattore critico. Se non collabora, il personale di volo non ammette l’imbarco e il rimpatrio si rivela impossibile».

Un limbo senza fine – Dunque cosa accadrà al 27enne che vive nel Bellinzonese? Sarà condannato a vivere in un limbo? Forse sì. «Le autorità cantonali e federali di riferimento – conclude Gada –, in un numero di casi molto limitati ma reali, possono trovarsi di fronte a persone straniere senza il diritto di restare, ma che si rifiutano di partire, e per le quali non si ha la possibilità di imporre una partenza non volontaria. La persona straniera è priva di un permesso, ma resta sul territorio, per periodi talvolta lunghi, senza statuto. Si può solo auspicare che le persone straniere in questione agiscano in modo collaborativo e rispettoso delle decisioni emanate».

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