"L'imputato ha fatto il necessario perché la figlia morisse", ha dichiarato il procuratore nel corso della sua requisitoria, definendo irrazionale e deplorevole la tesi della difesa secondo cui la figlia di sette anni sarebbe saltata volontariamente dal balcone.
In base all'accusa, l'individuo ha trascinato la bimba sul balcone, situato al terzo piano, e l'ha fatta precipitare nel vuoto. Fortunatamente, la caduta è stata frenata da un tendone spiegato al 1. piano sottostante. L'impatto del corpo era pure stato attenuato da un boschetto situato davanti alla palazzina. Benché gravemente ferita, la bambina è sopravvissuta.
Il fatto era accaduto nel giugno 2009, nel corso di una lite fra l'imputato e la moglie. Dopo aver picchiato quest'ultima con una spranga di ferro, ferendola in modo grave, l'uomo se l'era presa con la figlia.