Climate Gains rinnova in grande stile le cucine in Africa. I progetti climatici vengono gestiti e controllati a livello digitale in Svizzera: «è un po’ come un dialogo su TikTok», spiega il fondatore Tim Reutemann.
In breve:
Tim Reutemann studia le collaborazioni per il clima a livello intercontinentale con una particolare attenzione per la digitalizzazione. Con il progetto Climate Gains, mira a rinnovare le cucine in diversi Stati africani e contribuire così ai cosiddetti «Internationally Transferred Mitigation Outcomes» della Svizzera.
Signor Reutemann, cosa sono gli «Internationally Transferred Mitigation Outcomes» (ITMO)?
In politica climatica ci sono molte definizioni interessanti che cambiano costantemente nome. Gli ITMO sono fondamentalmente punti bonus per il clima assegnati da uno Stato a un altro per il suo contributo alla protezione climatica. I punti vengono assegnati per i progetti di protezione del clima pagati con fondi svizzeri ma attuati in un altro Paese. La Svizzera si è impegnata ad acquisire 40 milioni di questi ITMO entro il 2030.
Ce la faremo?
È ancora tutto da vedere. Secondo la legge sul CO2, i gestori delle stazioni di servizio sono obbligati ad acquistare questi punti. Ad oggi, quindi a metà del periodo di calcolo 2020-2030, non è ancora stato acquistato in Svizzera nemmeno un decimillesimo degli ITMO necessari. Dovranno probabilmente intervenire i contribuenti alla fine ma anche in questo caso, il tempo è davvero tiranno.
E perché i progetti per questi punti bonus climatici devono essere attuati all’estero?
A livello internazionale l’accordo è questo: i Paesi che durante il boom dei combustibili fossili degli ultimi trecento anni hanno accumulato molto potere, sono tenuti ad acquisire ITMO. I Paesi che invece si sono impoveriti in questo periodo, hanno la possibilità di venderli. Ha senso poiché il potere a livello nazionale è strettamente correlato alla responsabilità storica verso i cambiamenti climatici. Al contempo, le nazioni africane non hanno quasi nessuna responsabilità storica per le emissioni e in questi Paesi ci sono ancora innumerevoli inefficienze tecniche a cui è possibile rimediare con una spesa relativamente ridotta.
Lei dirige uno di questi progetti ITMO. Con Climate Gains, rinnovate le cucine in Ghana e in altri Paesi africani. Cos’hanno a che fare le cucine con la protezione del clima?
Le cucine sono una delle maggiori fonti di emissioni nei Paesi poveri: secondo le cifre riconosciute a livello internazionale, nell’Africa rurale le cucine sono responsabili della metà delle emissioni pro capite. Noi ci concentriamo sulle cucine scolastiche: nelle mense vengono bruciate quantità enormi di legno. Ci sono centinaia di migliaia di cucine scolastiche senza regolari fornelli. Con il nostro aiuto durante la pianificazione e la costruzione delle nuove cucine, in poche settimane possiamo ridurre della metà il consumo di legna. Nel corso di una seconda fase ci occupiamo quindi di rendere le cucine sostenibili al cento per cento grazie a una combinazione di energia solare e materiali combustibili coltivati localmente.
In questo processo entra in gioco un’app che Lei compara a TikTok.
Giusto. Abbiamo sviluppato un’app tramite la quale le persone in Svizzera possono inviare fondi e dall’altra parte, nei nostri Paesi target, chi li riceve invia video sullo stato dei lavori nella cucina. Possiamo vederlo un po‘ come una conversazione su TikTok che segue però un copione fisso: vengono richiesti determinati contenuti video che vengono poi ricompensati in denaro non appena il video riceve un «like» in Svizzera. Il copione prevede un primo video della cucina prima del rinnovamento e continua fino all’utilizzo regolare della nuova cucina.
E chi riceve questi fondi?
Troviamo nuovi partner sui social network, online ma anche ad esempio tramite contatti personali delle diverse delegazioni dei giovani alle conferenze climatiche internazionali. Vanessa Nakate, la nostra prima partner in Uganda, e io ci siamo conosciuti online. Ha una rete di contatti eccellente in tutto il continente. Generalmente, iniziamo le collaborazioni con i nuovi partner a queste condizioni: «Fate un video in cui mostrate tutti i fornelli della cucina scolastica e intervistate le cuoche e i responsabili della scuola. In cambio vi daremo 300 CHF.»
Questa procedura è davvero sicura?
Normalmente dobbiamo anticipare circa la metà dei costi per la cucina. La seconda metà viene pagata una volta che la cucina finita viene presa in consegna dal personale scolastico. La prima volta che ho anticipato dei soldi ero onestamente a disagio: non diciamo sempre che è stupido inviare migliaia di franchi a delle persone in Africa che conosciamo solo tramite internet? Ma il processo finora ha sempre funzionato. È sviluppato per far sì che tutte le parti ne traggano beneficio se si comportano correttamente. I video hanno inoltre un grande vantaggio: falsificarli è estremamente costoso. Imbrogliare non è lucrativo.
Quali saranno i prossimi passi per Climate Gains?
Non appena il nostro primo progetto riceverà il marchio ITMO da parte della Confederazione, vogliamo avviare un crowdinvest e scalare la procedura dei nostri primi passi. Attualmente è in fase di sviluppo anche la nostra prima richiesta di grande progetto per la costruzione di mille cucine scolastiche in Ghana. Presto arriverà anche la prima richiesta per l’Uganda. Se tutto va bene, entro il 2030 dovremmo riuscire a ottenere circa 5 dei 40 milioni di ITMO necessari. È possibile però sostenerci già ora con piccole donazioni tramite GoFundMe.
Il 27 marzo 2025 alle 18:15, Climate Gains presenterà il proprio lavoro a Zurigo. L’evento sarà trasmesso anche in streaming online.
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