Inghilterra divisa. Mentre il popolo protesta perché lucidate con grasso animale, le 5 sterline sono in gara per aggiudicarsi il premio di banconota dell'anno
LONDRA - Cari inglesi, insomma: decidetevi. La nuova banconota da cinque sterline, in circolazione dal 14 settembre, è qualcosa da cui prendere distanze o di cui, invece, andare fieri?
Il popolo è diviso: a seconda che faccia sua l'opinione delle banche oppure quella degli ambientalisti. Perché, notizia freschissima, il biglietto è in lizza per aggiudicarsi il premio di "banconota dell'anno", assegnato dall'International Banknote Society e nel 2015 andato in Nuova Zelanda. E ha anche ottime probabilità di vincerlo in questo 2016, dati i suoi «meriti artistici e le innovative caratteristiche di sicurezza».
L'estetica conta, anche quando si tratta di soldi: colore, contrasto e bilancio avrebbero pochi pari, stimano i giudici. Ma a fare la differenza sarebbe anche, e forse soprattutto, quella lucidità che la rende invece anche uno scandalo, di questi tempi. Nonché più bella e sicura: a prova di intemperie, di pioggia che bagna la carta e la rovina. Ma il grasso di animale con cui ciò si realizza sta scandalizzato ambientalisti e animalisti, da settimane in guerra.
Il bel (?) volto di sir Winston Churchill, più durevole, pulito e difficile da contraffare rispetto alla vecchia Elizabeth Fry, riformatrice del sistema penitenziario , è oggetto di una petizione utile a chiedere alla Banca d'Inghilterra non il ritiro, a questo punto: ma almeno che le prossime banconote siano rese più brillanti con altro tipo di sostanza. Già 100mila le firme raccolte: si aspira a 150mila, perché siano consegnate e la proposta presa in esame. Intanto, le cinque sterline c'è chi le guarda da un altro punto di vista. La domanda è: dovesse vincere, cambierebbero le cose?