"La crescita dell'occupazione - si legge nel Rapporto - rimane debole, la disoccupazione continua a crescere, in particolare quella giovanile, e sono molti i lavoratori scoraggiati che restano ancora al di fuori del mercato del lavoro".
Sono molti i settori in cui si iniziano a vedere profitti, che però, si legge nel Rapporto - "si riversano principalmente nei mercati finanziari e non nell'economia reale, pregiudicando in questo modo le prospettive occupazionali di lungo termine".
Ai ritmi attuali entro il 2018 saranno creati 200 milioni di posti di lavoro supplementari ma è un dato comunque "inferiore al livello necessario ad assorbire il numero crescente di ingressi sul mercato del lavoro". "Sono necessari maggiori sforzi - dice il direttore generale dell'Ilo, Guy Ryder - per accelerare la creazione di posti di lavoro e sostenere le imprese che creano occupazione".
Nell'Unione europea e nelle economie avanzate il tasso di disoccupazione è all'8% con 45,2 milioni di senza lavoro. L'Ilo si aspetta una "graduale diminuzione" di questo tasso nei prossimi anni e la discesa al di sotto dell'8% intorno al 2018. "La ripresa fragile - scrive l'Ilo è in parte dovuta al perseguimento delle politiche di austerità nella regione".
Sempre stando al rapporto, il numero dei "working poor" diminuisce ma molto lentamente e nel 2013 c'erano ancora 839 milioni di lavoratori, il 26,7% del totale, che vivevano con meno di due dollari al giorno. In base all'Ilo sono 375 milioni gli occupati con meno di 1,25 dollari al giorno.