L'aumento nel 2018 è stato di solo lo 0,47%, non succedeva da 22 anni. Santésuisse però avverte: «Forse alcune bollette devono ancora arrivare»
BERNA - Gli svizzeri potranno forse risparmiarsi il prossimo anno l'ennesimo salasso sul fronte dei premi malattia: secondo i calcoli di Santésuisse, citati oggi dal Tages-Anzeiger, nel 2018 i costi per gli assicuratori sono aumentati dello 0,47% soltanto rispetto all'anno prima.
Nel 2017 l'aumento era stato del 3% e negli ultimi anni si era registrata una media del 4-5%, nota il giornale, rilevando che dall'entrata in vigore dell'assicurazione di base obbligatoria nel 1996 soltanto in una occasione, nel 2006, si è registrata una crescita inferiore al 2% e che mai si è andati sotto l'1% negli ultimi 22 anni.
3'852 franchi a testa - Fatto ancora più notevole risulta lo sviluppo singolo: ogni persona assicurata ha causato l'anno scorso in media alle casse malattia costi di 3852 franchi, ossia lo 0,24% in più soltanto rispetto al 2017. L'anno precedente l'aumento percentuale era stato quasi dieci volte maggiore, ossia del 2,11%.
Le cause - Le possibili ragioni di questo rallentamento menzionati dall'associazione degli assicuratori malattia Santésuisse sono vari. Uno è il nuovo tariffario medico (Tarmed) imposto nell'autunno 2017 dal consigliere federale Alain Berset, ministro della sanità e delle assicurazioni sociali, ed entrato in vigore il primo gennaio 2018. Secondo l'accertamento di Santésuisse, che Keystone-ATS ha potuto consultare, i costi per cure mediche rimborsati dalle casse malattia sono cresciuti solo dello 0,09% l'anno scorso.
Un'altra causa del rallentamento è il ribasso di diversi farmaci molto venduti, esso pure ordinato dalla Confederazione. Per i medicinali distribuiti direttamente dai medici la crescita degli oneri a carico delle casse è stata del 2,2% nel 2018, contro il 6,1% dell'anno prima. Un incremento maggiore rispetto al 2017 si è registrato invece per le farmacie (+3,26% nel 2018, contro il +2,72% dell'anno prima).
La direttrice dell'associazione Verena Nold - intervistata dal Tages-Anzeiger - vede un ulteriore «bisogno di riforme» proprio in quest'ultimo settore, per il quale individua un «potenziale di risparmio di oltre 300 milioni» di franchi.
Ci vuole prudenza - La direttrice di Santésuisse mette peraltro in guardia da una eccessiva euforia per quanto riguarda il riveduto tariffario: l'effetto sui costi del nuovo Tarmed è ancora da valutare pienamente perché non ha avuto applicazione immediata e potrebbero ancora esserci spiacevoli sorprese.
«Molti ospedali hanno avuto bisogno di mezzo anno per adeguare i loro sistemi di conteggio», afferma Verena Nold: «Temiamo che parecchie bollette dell'anno scorso siano state ritardate e debbano ancora arrivare". La bassa percentuale di aumento dei costi indicata potrebbe dunque "rivelarsi ingannevole».
Un timore condiviso anche da Adrien Kay, portavoce dell'Ufficio federale della sanità pubblica, a sua volta interpellato dal giornale. L'effetto reale delle misure prese potrà essere valutato solo a metà anno.
Bisognerà dunque ancora aspettare alcuni mesi prima che possa confermarsi un alleviamento del consueto "shock" che da anni giunge puntuale in autunno, quando vengono annunciati i premi malattia per l'anno successivo.