Lo ha sostenuto ieri in aula Martin Liechti, testimone chiave dell'accusa nel processo in corso a Fort Lauderdale
FORT LAUDERDALE - UBS era "frustrata" per il fatto che il suo numero 3 Raoul Weil si ostinasse a voler mantenere i conti di facoltosi clienti americani che cercavano di frodare il fisco. Lo ha sostenuto ieri in aula Martin Liechti, testimone chiave dell'accusa nel processo in corso a Fort Lauderdale (Florida) nei confronti dell'ex banchiere.
"Ci è voluto molto tempo" per convincerlo della gravità della situazione, ha affermato nel suo quarto giorno di deposizione Liechti, un tempo responsabile della gestione patrimoniale di UBS nelle Americhe e direttamente subordinato a Weil negli anni dal 2002 al 2008 fino al suo arresto a Miami. "Non avevamo l'impressione che Weil fosse convinto della necessità di agire rapidamente".
Dal canto suo ieri la difesa ha messo in evidenza le contraddizioni della testimonianza di Liechti: ad esempio che questi aveva affermato che le irregolarità erano state segnalate a Weil a inizio 2002, quando il 54enne era responsabile delle operazioni di UBS in Europa e non aveva alcun ruolo nelle attività negli Stati Uniti.
Ats Afp