Il 2025 è l’anno in cui avete finalmente deciso di impegnarvi per vivere in modo sostenibile? Gioanna Michel di myclimate spiega quali sono i migliori buoni propositi.
In breve:
I buoni propositi per l’anno nuovo sono da sempre un tema controverso ma una cosa è certa: il nuovo anno è il punto di partenza perfetto per chi vuole prefissarsi nuovi obiettivi nella vita. Per tutti coloro che hanno deciso di impegnarsi a prendere decisioni più sostenibili per il nuovo anno, Gioanna Michel, responsabile di progetto per la formazione presso myclimate, spiega in questa intervista come far sì che i buoni propositi sostenibili si trasformino in realtà.
Gioanna Michel, facciamo finta che io non mi sia mai preoccupata della sostenibilità in vita mia ma pian piano sto realizzando che voglio fare qualcosa. Da dove comincio?
Per prima cosa: la volontà di cambiare è essenziale! Il bello è che ci sono tantissime possibilità. All’inizio l’importante è non essere troppo ambiziosi. Un buon primo passo è ad esempio calcolare la propria impronta ecologica. È davvero interessante analizzare e capire dove c’è potenziale di miglioramento nella propria vita.
Come mai è importante?
Molte persone tendono a sottovalutare determinate misure e a sopravvalutarne altre.
Può farmi un esempio?
Riciclare la carta e ridurre la plastica è naturalmente lodevole ma optare per un’alimentazione vegetale o viaggiare in treno invece che in aereo ha un impatto molto più significativo. Sapere quali settori della vita hanno un impatto maggiore è un inizio promettente su cui lavorare.
Quello dei voli e dell’alimentazione vegetale è un tema ricorrente. Quali sono invece le misure a cui non pensiamo subito?
Ad esempio nel settore della finanza. Molti non sanno che i soldi che hanno sul conto, le azioni e i fondi per il terzo pilastro hanno un impatto negativo sull’ambiente. In questo campo, noi consumatori possiamo lanciare un segnale e avere un influsso significativo. Serve un po‘ di impegno per informarsi e cambiare banca. Ma il vantaggio è che serve farlo solo una volta.
Diciamo che ho davvero poche possibilità di impegnarmi ma voglio comunque fare qualcosa per la sostenibilità. Cosa posso fare?
Spesso è importante semplicemente cominciare. Incontrando i primi successi si è poi più motivati a continuare. Risparmiare energia è qualcosa che possono fare tutti: fare docce più brevi o meno calde, ad esempio. Oppure ridurre di un grado la temperatura del riscaldamento. In questo modo è possibile risparmiare denaro e CO2. Questi soldi possono poi essere ad esempio investiti in iniziative per la politica climatica. Questo gesto ha un effetto molto importante. La protezione del clima viene spesso associata alla rinuncia ma spesso ci sono molte cose che possono semplicemente essere fatte in modo diverso. E questo è talvolta un vantaggio anche dal punto di vista finanziario.
Cosa consiglia invece ha chi ha voglia di mettersi in gioco e vuole contribuire a proteggere il clima come buon proposito per l’anno nuovo?
È importante capire che le condizioni strutturali complicano le possibilità di comportarsi in modo sostenibile per tutti noi. Ad esempio il fatto che volare sia più conveniente che viaggiare in treno.
Qui parliamo della cosiddetta «handprint» ossia dell’impegno ad avere un impatto positivo sul clima cambiando la struttura della società. Rendendo quindi più semplice o meno costoso comportarsi in modo sostenibile.
In che senso?
Facciamo un esempio concreto: come studente o datore di lavoro mi impegno per far sì che a scuola o sul posto di lavoro siano disponibili più menu a base vegetale.
Cosa posso fare per evitare che i miei buoni propositi finiscano nel dimenticatoio già in marzo?
Spesso i buoni propositi non sono abbastanza specifici o sono irrealistici o inconsistenti. Ci diciamo ad esempio: acquisterò meno capi fast fashion. In questo modo non stabiliamo però come cambiare le nostre vecchie abitudini. I feed sui social media sono ancora ad esempio orientati a un comportamento consumistico. Ecco perché ricadiamo facilmente nei vecchi schemi e dimentichiamo velocemente i buoni propositi.
Occorre quindi una definizione precisa?
Esatto. Ad esempio: non comprerò vestiti nuovi ma organizzerò più volte all’anno uno scambio di vestiti con le mie amiche. In questo modo motivo anche le persone che mi circondano e il mio impegno sarà maggiore poiché avrò delle scadenze da rispettare e degli amici da coinvolgere.
Lei si occupa anche molto di psicologia ambientale. Ha qualche consiglio per la routine quotidiana anche in questo ambito?
Il concetto di Tiny Habits ad esempio è perfetto se si decide di cambiare le proprie abitudini. Per prima cosa stabiliamo un grande obiettivo. Ad esempio: mangerò carne solo una volta alla settimana. Poi si tratta di gestire tutte le piccole situazioni, ad esempio il momento in cui mi trovo di fronte al banco della carne. È importante definire piccoli passi che portano all’obiettivo più grande. Ad esempio: quando mi trovo di fronte al banco della carne, mi ricordo del mio obiettivo e vado allo scaffale delle alternative vegetali. E mi offro subito una ricompensa per questo piccolo passo positivo. La verità è che inconsapevolmente prendiamo ogni giorno una quantità impressionante di decisioni e ci vuole tempo per modificare le nostre abitudini. Dunque non sentitevi frustrati se non è subito tutto un successo e non cercate di strafare. La sostenibilità non è lo standard ed è facile ricadere velocemente nelle vecchie abitudini. Ma parlarne con gli altri e festeggiare i piccoli successi è di grande aiuto!