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TargetAddio alle pagine dei risultati di Google: arriva lo scorrimento continuo

22.10.21 - 11:02
Quanto servirà adesso posizionarsi al meglio sui motori di ricerca, e come cambieranno le tecniche SEO per riuscirci?
Pixabay / Hebi B
Addio alle pagine dei risultati di Google: arriva lo scorrimento continuo

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Quanto servirà adesso posizionarsi al meglio sui motori di ricerca, e come cambieranno le tecniche SEO per riuscirci?

Ogni SEO specialist - compresi quelli che collaborano quotidianamente con la nostra agenzia – sostiene, da sempre, che il posto migliore in cui nascondere un cadavere sia la seconda pagina di Google. Ergo: è assai raro che l’utente, alla ricerca di qualcosa nel motore di ricerca numero uno al mondo - cioè autore di una domanda consapevole - si spinga oltre la prima pagina di risultati prodotti dalla query di ricerca (l’insieme di parole chiave) utilizzata (“search intent”). Per farsi notare, su Google, serve insomma posizionarsi in prima pagina. Ma non basta: possibilmente, meglio piazzarsi tra le prime posizioni, nella sua parte superiore: “above the fold”, sopra la piega.

 

Il CTR: che cos’è e perché è indispensabile tenerlo in considerazione

In tal senso, ci vengono in soccorso i dati. E, nello specifico, una delle metriche maggiormente tenute in considerazione dai marketer, cioè il CTR (Click-Through-Rate), quindi il rapporto tra il numero di click generati da un risultato e il numero di volte che questo viene visualizzato (impression).

Qualche anno fa, sul tema, attirò l’interesse di molti addetti ai lavori un’analisi condotta da Backlinko su 5.079.491 query di ricerca e quasi 900mila pagine.

L’analisi in questione rilevava alcuni dati interessanti:

    • Il CTR delle pagine in prima posizione su Google ha un tasso di click del 31,7%;
    • il primo risultato ha una probabilità 10 volte superiore rispetto all’ultimo della prima pagina di ricevere un click;
    • i tag title che contengono una domanda hanno un CTR di oltre il 14% più elevato rispetto ai titoli che non contengono una domanda;
    • gli URL che contengono una parola chiave utilizzate dall’utente nella ricerca hanno una percentuale di click superiore del 45%.

Tali dati, poi rivisti da altre ricerche, ma simili negli esiti, hanno rappresentato per molto tempo una bussola per chi si occupa di posizionare al meglio i siti web sui motori di ricerca. Ma c’è una novità, recentemente introdotta da Google, che potrebbe sparigliare le carte: lo scorrimento continuo sui dispositivi mobile.

 

Che cos’è lo scorrimento continuo di Google?

Con l’obiettivo di migliorare l’esperienza di navigazione dei risultati di ricerca degli utenti che si connettono con il proprio smartphone, Google ha scelto di cambiare rotta e di mettere in archivio, perlomeno da mobile, la logica delle SERP numerate. Sostanzialmente, si tratta di replicare la prassi ormai consolidata nella user experience dei principali social network, cioè il news feed a scorrimento verticale. Dopo il quarto risultato, quindi, l’utente potrà cliccare sull’opzione “vedi altro”. Google ha presentato questa novità come una «riprogettazione della pagina dei risultati di ricerca su mobile per un’esperienza più moderna e più facile da scansionare e navigare». La nuova funzionalità, per il momento in fase di test, sarà inizialmente a disposizione di un numero limitato di utenti statunitensi. Quindi per ricerche – sia con dispositivi Android che iOS – effettuate in lingua inglese. Superata questa fase, però, è abbastanza verosimile che lo scrolling infinito diventi normalità per ogni tipologia di utente, di ricerca e per ogni Paese.

 

Come inciderà questa novità sulla SEO?

Domanda interessante, soprattutto se valutata nell’ottica che ha contrassegnato la prima parte di questo articolo, in cui si partiva dal presupposto che - praticamente dalle origini di Google – il mantra è sempre stato “posizionarsi in seconda pagina vuol dire, in sostanza, essere invisibile”. Ora, che su mobile la logica “gerarchica”, quindi delle pagine 1, 2, 3 ecc., verrà archiviata, cosa potrebbe accadere in termini di CTR, quindi di percentuale di click sui risultati e dunque di effetti sulla SEO?

Ancora, chiaramente, l’inedita stagione dell’esperienza di ricerca su Google dagli smartphone è a uno stato embrionale. Saranno i dati a chiarire quale sarà l’impatto di questa nuova funzionalità. Tendenzialmente, però, gli addetti ai lavori sono portati a pensare che lo scorrimento continuo potrebbe produrre una distribuzione più ampia e meno selettiva del volume di click ricevuti da pagine web e blog su determinate query di ricerca. Gli utenti, quindi, potranno individuare con maggiore semplicità diverse opzioni, cioè anche quei risultati che fino a questo momento erano penalizzati, e quindi ignorati, proprio a causa della “ratio” delle pagine numerate.

 

Il posizionamento organico dei siti nel futuro prossimo

Potrebbe delinearsi, pertanto, uno scenario completamente nuovo verso il quale la nostra agenzia sta cercando di proiettarsi, per tentare di anticipare linee strategiche che potranno aiutare i siti web dei nostri clienti, presenti e futuri, a ottenere alti indici di competitività in ottica di posizionamento. Una componente fondamentale per chi, come noi, si pone ogni giorno l’obiettivo di migliorare e rendere profittevole la presenza online di aziende e professionisti, cercando sempre d’individuare l’alchimia perfetta tra conoscenza e tecnica: elementi cruciali che possono migliorare la percezione del vostro brand e incidere sul vostro business.

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Questo articolo è stato realizzato da Linkfloyd Sagl, non fa parte del contenuto redazionale.
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