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TargetRendere i clienti protagonisti della propria storia: cos’è, come e quanto funziona lo Storydoing

22.02.21 - 15:35
Dal successo dello Storytelling e dalle generazioni più giovani emerge un nuovo, efficace trend del marketing
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Rendere i clienti protagonisti della propria storia: cos’è, come e quanto funziona lo Storydoing

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Dal successo dello Storytelling e dalle generazioni più giovani emerge un nuovo, efficace trend del marketing

A cosa è dovuto il successo che lo storytelling ha raggiunto in comunicazione negli scorsi anni? Una cosa è certa: ha ampiamente dimostrato che gli utenti con cui ci relazioniamo ogni giorno sono esseri umani a tutti gli effetti. E per fortuna!

La chiave di volta introdotta dallo storytelling, concetto nato negli USA ormai più di 20 anni fa, è basata proprio sul valorizzare l’umanità: raccontare storie e diventare narratori, per accertarsi di essere sullo stesso piano dei propri interlocutori, coinvolgendoli emotivamente.

Amare le storie, specialmente quando ci riconosciamo nei personaggi che contengono, fa parte della nostra natura, fin da quando eravamo bambini. Essere bravi narratori significa creare legami, stabilire connessioni tra coloro che raccontano e coloro che ascoltano. Come utenti e consumatori, infatti, così anche i brand hanno potuto portare in superficie il proprio aspetto umano, valorizzando le persone che stanno dietro a un logo, a un prodotto, e a un servizio, nonché la loro storia e il loro percorso.

Tuttavia, mentre i tempi corrono e il mondo cambia, soprattutto grazie al digitale, sappiamo bene che adagiarsi su una strategia invariata non gioca mai a proprio favore. Lo storytelling ha ancora un grande appeal proprio dal punto di vista strategico, ed è tuttora efficace su determinati target. Ma è ancora sufficiente?

Il dilemma sorge soprattutto quando aziende e business devono rivolgersi alle fasce di pubblico più giovani, appartenenti alla cosiddetta Generazione Z: tutti coloro che sono nati approssimativamente dal 1997 al 2010. Questi utenti, ormai, non si sentono più coinvolti semplicemente ascoltando, ma vogliono essere attivi nel loro rapporto con i brand.

È in questo contesto che è nato - e cresciuto - il trend dello “storydoing”.

 

Che cos’è lo Storydoing?

Lo Storydoing si differenzia dallo Storytelling perché punta a rendere l’utente proattivo. Mentre lo Storytelling è una narrazione unilaterale, lo Storydoing è una tecnica di comunicazione che permette ai consumatori di attivarsi, dando un contributo, quasi lavorando insieme all’azienda che li ha coinvolti nella propria strategia.

La comunione che ne nasce è un risultato di grande valore. Le aziende evitano di sfociare nell’autoreferenzialità, mettendosi eccessivamente al centro della propria strategia, in un momento storico in cui è opportuno fare l’opposto, mettendo al centro i clienti. Gli utenti, d’altro canto, sono investiti di un nuovo valore e non sono relegati ad essere ricettori passivi di messaggi pubblicitari.

Nell’incoraggiare delle azioni da parte del pubblico, lo Storydoing stimola anche la diffusione del messaggio, spingendo gli utenti a seguire un esempio, creando un’azione potenzialmente virale a dipendenza delle risorse che si hanno, e dell’interattività del pubblico che ci si trova di fronte.

Ne nascerà una significativa empatia tra clienti e brand, il quale potrà consolidare la propria community, valorizzando gli interessi, il comportamento, le leve che contraddistinguono le persone che la compongono.

 

Un esempio di Storydoing: Red Bull

Red Bull ha sempre raccolto le sfide del marketing contemporaneo, distinguendosi per le sue idee brillanti e per la fedeltà al suo intramontabile slogan: “ti mette le aaaaaali!”.

È proprio da questo punto fermo che parte una linea di comunicazione coerente e divertentissima, che porta il marchio austriaco a essere uno degli sponsor più presenti in numerose manifestazioni sportive nelle discipline più estreme, nonché proprietario di ormai numerosi team calcistici nel Mondo.

Ora ci riferiamo, tuttavia, allo Storydoing vero è proprio: ebbene, avete mai sentito parlare della Red Bull Flugtag? Si tratta di un evento nato nel 1991 a Vienna, in Austria, poi tenutosi in decine di città di tutto il pianeta.

In occasione della Red Bull Flugtag, i partecipanti - che non devono possedere particolari requisiti - si sfidano, tentando di spiccare il volo con dei piccoli mezzi alati senza motore, molto spesso più curiosi e divertenti da vedere che efficaci per il loro presunto loro scopo ingegneristico.

Per non parlare del salto da record di Felix Baumgartner, sponsorizzato direttamente nella stratosfera: un’occasione seguita da tutto il mondo in cui l’azienda ha letteralmente “messo le ali” allo skydiver, non limitandosi a presenziare con un piatto logo, ma contribuendo a tutte le fasi della ricerca, dei test e dell’organizzazione del salto.

 

Vi consolerà sapere che non serve lanciarsi da decine di migliaia di metri di altezza per applicare lo Storydoing alla propria strategia di marketing online e offline. Anche le attività locali possono coinvolgere attivamente il proprio pubblico e i propri clienti potenziali in iniziative simili. Ciò che potrebbe servire loro, però, è il contributo di un team di esperti del settore, che possa creare una strategia, ottimizzare le risorse per la sua realizzazione, valorizzando i punti di forza del business e aumentando le vendite.

Siete interessati a saperne di più? Contattateci per fissare una consulenza gratuita: possiamo aiutarvi a raggiungere i vostri obiettivi con lo Storydoing.

 

Articolo a cura di Linkfloyd Sagl, agenzia di marketing e comunicazione in Ticino.


Questo articolo è stato realizzato da Linkfloyd Sagl, non fa parte del contenuto redazionale.
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